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Sgravare i contadini da troppa burocrazia: lo chiedono le commissioni regionali Agricoltura e Sviluppo economico

foto d'archivio

Una normativa che riconosca e valorizzi l’agricoltura libera, sgravando i contadini da troppa burocrazia, poiché esistono molte persone in Toscana che praticano un’agricoltura di piccola scala, dimensionata sull’economia familiare e orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta. Questo è lo scopo della proposta di legge “Disposizioni per la lavorazione, trasformazione e vendita di limitati quantitativi di prodotti agricoli nell’ambito della filiera corta e produzione locale”, presentata da Mauro Romanelli (Gruppo misto) e sottoscritta anche da Marta Gazzarri (Idv), Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana-FdCP), Monica Sgherri (FdS-Verdi). La proposta di legge è stata illustrata questa mattina durante la seduta congiunta delle commissioni Agricoltura e Sviluppo economico presiedute rispettivamente da Loris Rossetti (Pd) e Rosanna Pugnalini (Pd).

Come è stato spiegato durante l’illustrazione, si tratta di tutelare un’agricoltura locale che rischia di scomparire sotto il peso delle documentazioni imposte per lavorare e di regole tributarie, sanitarie e igieniche gravose. Tuttavia, ha tenuto a precisare lo stesso Romanelli, e il concetto è stato ribadito da tutti i commissari intervenuti, la proposta rappresenta solo l’inizio di un lavoro: è necessario valutare molti fattori e accordare note diverse, soprattutto ponendo grande attenzione al rispetto della normativa igienico sanitaria, a tutela del consumatore, e al confronto con le regole vigenti.

In pratica, la proposta consentirebbe la lavorazione dei prodotti agricoli e di allevamento per preparare e confezionare conserve, miele, erbe, funghi castagne, cereali e pane, legumi, latte e formaggi, uova, salumi e carni, con dei massimali annui stabiliti e in uno stesso locale, purché le fasi di lavorazione siano separate. I locali destinati alla produzione sono soggetti ai requisiti edilizi previsti per le case di civile abitazione e nella struttura da destinare alle lavorazioni è previsto almeno un laboratorio di lavorazione dei prodotti agricoli in grado di garantire che le operazioni siano effettuate in modo igienico e non rappresentino un pericolo per la salute pubblica. La proposta sarà vagliata e discussa dalle commissioni nelle prossime settimane.

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