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Gigantismo navale e estensione della rete di Autostrade del Mare: al via il Forum Euro Mediterraneo

Il presidente Gallanti: "Dal Fem ci aspettiamo contributi importanti. Necessaria una nuova cooperazione tra i porti europei"

Le sempre maggiori dimensioni delle navi commerciali, la spinta alla concentrazione o al sistema di alleanze tra poche importanti compagnie di navigazione, l’eccessivo sfruttamento del traffico su gomma.

Messe in fila, sono queste, per il presidente Giuliano Gallanti, le questioni che il gotha dello shipping portuale dovrà affrontare, seriamente e una volta per tutte, durante il Forum Euro Mediterraneo che si terrà tra due giorni a Livorno.

In agenda ci sono due temi particolarmente importanti: l’estensione della rete di Autostrade del Mare ai Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo e le ripercussioni del gigantismo navale sullo sviluppo e la pianificazione portuale.

Sulla prima questione Livorno sta da tempo sostenendo, assieme alla direttrice dell’Agenzia nazionale dei porti Marocchini, Nadia Laraki (che sarà presente al convegno), la battaglia per convincere l’Ue a finanziare i collegamenti tra i paese europei e quelli extra-europei: «Le Autostrade del mare sono uno dei mezzi che abbiamo a disposizione per rispondere al gigantismo navale - afferma Gallanti -, l’Unione Europea deve decidere se rimanere rinchiusa nel proprio fortilizio, in difesa dello status quo, o se considerare, invece, le aperture da parte degli Stati Africani come una opportunità di sviluppo»

L’altro tema è più concreto di quanto non si pensi, specialmente per un porto come Livorno. Gallanti lo ammette senza girarci troppo attorno: «Siamo preoccupati: la P3 Alliance, il consorzio formato da Msc, Cma-Cgm e Maersk, sarà presto operativo e metterà in servizio 252 navi per 28 rotte: solo cinque di queste interesseranno l’Italia. Ne vogliamo parlare o no? Qui ci va di mezzo non solo Livorno ma anche Rotterdam, che rischia di perdere cinque linee».

Il fatto è che per rispondere alle sfide del gigantismo, «non possiamo affidarci soltanto alle iniziative anti-trust della Commissione Europea, che probabilmente avvierà una indagine per accertarsi se il cartello non abbia violato le norme di concorrenza, ma occorre mettere in piedi una strategia condivisa e condivisibile per resistere a ad una concorrenza sempre più spietata»

Cooperation. È la parola più usata da Gallanti durante la conferenza di presentazione del Forum Euro Mediterraneo. Cooperazione. Sarà questo, secondo il numero uno del porto livornese, il vero leitmotiv dell’info day del 15 novembre: «Non abbiamo invitato il presidente di Espo, Santiago Milà, o il direttore affari internazionali del Porto di Rotterdam, Victor Schoenmakers, soltanto per una passerella, ma ci aspettiamo molto dai loro contributi su questo argomento. In Europa se ne comincia a parlare: avverto un importante fermento culturale attorno alla questione della coopetition: i pensatori del libero mercato stanno oggi convergendo verso la prospettiva di una cooperazione competitiva tra i porti. Sarà un processo inevitabile che coinvolgerà anche chi oggi pensa soltanto a se stesso e ai propri traffici. Chi se ne occupa meno è perché ritiene di avere qualche beneficio diretto da questi grandi cartelli, ma si sbaglia».

Il primo inquilino di Palazzo Rosciano parla chiaro: «Tra breve le compagnie di navigazione faranno ordini per navi da 22 mila teus e utilizzeranno per il feederaggio bestioni da 10mila teus. Sono numeri mica da ridere, che probabilmente taglieranno fuori tutti i porti italiani. Ha ragione i professore Sergio Bologna: qualcuno dovrà fermare, prima o poi, la rincorsa al gigantismo navale. C’è addirittura chi, a Bruxelles, suggerisce di mettere un tetto alle dimensioni delle navi».

Gallanti la bolla come una provocazione, ma in fondo - ammette- non è una idea fuori dal mondo. Purtroppo, l’impressione è che ne passerà di acqua sotto i ponti prima che a Bruxelles qualcuno cominci a prendere in seria considerazione questo problema.

E intanto che si fa? « Nel suo piccolo- dice Gallanti - Livorno si sta attrezzando per rispondere alle sfide del futuro: il progetto del collegamento ferroviario tra il nostro porto e la rete nazionale, che ha da poco ottenuto il via libera a Bruxelles; il progetto infrastrutturale della Darsena Europa, che ci permetterà di accogliere, di qui a due anni, le navi feeder da 10 mila Teus in su e l’estensione delle autostrade del mare ai paesi del maghreb, sono le carte che lo scalo labronico ha in mano per reagire in modo propositivo alla concorrenza dei grandi cartelli».

La strada, insomma, è segnata. Spetta ora di capire dal Fem se ci sarà qualcuno disposto a seguirla. Vedremo.

 

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