
“Per garantire il futuro di Telecom e ridare prospettive di sviluppo a un’azienda che può giocare un ruolo strategico nello sviluppo del Paese è necessario difendere i contenuti dell’accordo del 27 marzo scorso, l’unico che garantisca l’unicità dell’azienda”. Lo ha detto il presidente della commissione Emergenza occupazionale del Consiglio regionale, Paolo Marini (FdS-Verdi), nel corso dell’incontro con le organizzazioni sindacali regionali di Telecom. Per sostenere “questa prospettiva”, ha aggiunto Marini, “la commissione presenterà al Consiglio regionale una mozione con la quale sottolineare che l’unicità aziendale è l’unica strada per la salvaguardia dell’occupazione, il mantenimento della qualità dei servizi e lo sviluppo”.
I rappresentanti delle organizzazioni sindacali, spiegando che incontri simili a quello di oggi si stanno svolgendo in tutte le istituzioni regionali d’Italia, hanno chiesto che le Regioni si facciano promotrici nei confronti del governo affinché “si eviti la soluzione dello spezzatino”. Il problema principale, hanno detto, non il riassetto azionario o l’ingresso della spagnola Telefonica. Il problema è mantenere l’unicità aziendale, perché “un’azienda di telecomunicazione ha bisogno di tenere insieme la rete, i call center, la progettazione e l’informatica”. L’idea di scorporare la rete, come da più parti ventilato, sarebbe “un danno enorme” per Telecom e per il paese.
Nel complesso della vicenda Telecom, i consiglieri Nicola Nascosti (Pdl) e Ivan Ferrucci (Pd) hanno considerato positivamente il fatto che il Parlamento stia procedendo alla riforma delle regole sulle Opa (Offerte pubbliche di acquisto), la cui non regolamentazione è stata finora alla base di operazioni per cui, anche un socio minoritario ha potuto assumere il controllo dell’azienda. “Temo però”, ha aggiunto Ferrucci, “che una volta fatte le regole gli operatori stranieri siano più attrezzati degli italiani a concludere operazioni di acquisto di pacchetti azionari”.
Il consigliere Rudi Russo (Cd) ha chiesto invece chiarimenti sull’opposizione allo scorporo della rete, “cosa che avvenuta in altri settori dei servizi pubblici, come nel caso del servizio idrico o di quello ferroviario”. I rappresentanti sindacali hanno risposto che in nessun paese straniero si è proceduto allo scorporo della rete, perché ogni azienda ha la necessità di un sistema infrastrutturale per la trasmissione dei propri bit voce o dati e che questo impone anche di tenere, all’interno delle aziende, le attività di progettazione e di informatica.
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
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