Via alle consultazioni sul piano regionale dei rifiuti

foto d'archivio

In commissione Ambiente, generale apprezzamento alle linee di indirizzo contenute nella riforma che punta con decisione al riciclo


Un generale apprezzamento alle linee di indirizzo e agli obiettivi fissati nel Piano regionale di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati è stato espresso dalle categorie economiche e sociali – tra le altre i sindacati, Confesercenti, Cna Toscana, gli ordini professionali (ingegneri) – intervenute alla prima fase di consultazione avviata in commissione Ambiente presieduta da Gianfranco Venturi (Pd).

Associazioni di categoria, ordini professionali, organizzazioni sindacali, Arpat, cooperative e Autorità di ambito hanno portato un contributo “efficace e dettagliato che certo non mancheremo di tenere presente”, ha sottolineato Venturi al termine della lunga seduta di oggi, giovedì 7 novembre. “Il nostro intento è quello di portare il Piano in Consiglio a breve per un’approvazione entro la fine dell’anno”. “Gli interventi di oggi, le analisi e le riflessioni, saranno approfonditi, ma la sensazione è quella di una Riforma ben inserita nel tessuto sociale e istituzionale della nostra regione che ha riscosso e riscuote consensi”. “In linea con la programmazione regionale – ha continuato il presidente della commissione –all’adozione del Piano dovrà affiancarsi anche la revisione della legge regionale di settore sulla quale, peraltro, in accordo con la Giunta, stiamo già lavorando”.

La “gestione virtuosa” individuata nel Piano elaborato dall’esecutivo a guida Enrico Rossi, se è stata accolta con “soddisfazione” ha anche suscitato alcune considerazioni di merito e di metodo consegnate alla commissione. Tra queste una fra tutte pare unire le riflessioni: la formula 70-20-10 da raggiungere nel 2020 – ossia gli obiettivi di raggiungimento del 70 per cento di rifiuti differenziati da avviare al riciclo, il 20 per cento di rifiuti impiegati per il recupero energetico (incenerimento), il 10 per cento di rifiuti da conferire in discarica – appare “rigida”. Le diverse categorie hanno infatti parlato di una “pianificazione forse troppo accurata” a tratti anche “ambigua” perché “interpretabile” e su cui occorrerebbe “fugare ogni dubbio”. Sul punto, il portavoce dell’opposizioneStefania Fuscagni ha chiesto una proposta precisa. “Dal dibattito è emerso chiaramente che le percentuali minime e massime vanno superate”. Inoltre, è stato rilevato che all’individuazione degli obiettivi dovrebbe essere affiancata una “valutazione economica di impatto sulle tariffe” considerato che “molto dipenderà dalla capacità di recupero”.

Dal dibattito è emersa una forte soddisfazione per il “superamento della frammentazione interprovinciale”, anche se è stata chiesta “maggiore attenzione” alla gestione di “possibili sovrapposizioni”. Altro punto toccato è quello relativo all’impiantistica. Da più parti è stata chiesta una “programmazione” e una “individuazione” a “breve termine” tenendo conto di procedimenti in corso o già programmati. È il caso, per esempio, della gara per l’affidamento del servizio nell’Ato Toscana Centro (5 miliardi per venti anni, ndr). In questo senso è stata richiamata la necessità di non inserire nel Piano “elementi di blocco”, ma di spingere verso la “salvaguardia della pianificazione esistente”. Il superamento degli impianti di trattamento meccanico, così come prevede la Riforma, è stato accolto come “elemento di novità” e sul fronte Rifiuti Urbani e Speciali, pressoché unanime è stata la considerazione che “puntare all’autosufficienza”, anche attraverso la nascita di filiere del riciclo, è la strategia migliore. Magari affiancando “forme di incentivazione” e di “riuso” soprattutto per la Pubblica Amministrazione.

Sul documento di monitoraggio previsto dal Piano (destinato a informare Giunta e Consiglio sul raggiungimento degli obiettivi previsti), la discussione si è articolata sulla necessità di prevedere “azioni efficaci e costanti” in merito al “raggiungimento delle soglie”. In buona sostanza, secondo i soggetti intervenuti, pur avendo come riferimento il 2020, occorrono step intermedi e una specificazione del “cosa accade” se non si centra la percentuale prevista. (f.cio)

 

Il Piano in estrema sintesi:

Cultura del risparmio, efficienza e rinnovabilità della materia. Creazione di filiere industriali del riciclo, incentivazione del mercato delle materie, riduzione dei costi di trattamento e smaltimento.

Tra gli obiettivi fondamentali: riduzione della formazione dei rifiuti (da 20 a 50 kg meno per abitante); aumento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani (deve raggiungere il 70 per cento del totale dei rifiuti urbani); crescita del riciclo di materia da rifiuti urbani (per una previsione di raggiungimento fissata al 60 per cento); spinta verso il recupero energetico (dall’attuale 13 per cento si punta ad arrivare al 20); riduzione del conferimento in discarica (per passare dall’attuale 42 per cento ad un massimo del 10 per cento dei rifiuti urbani); diminuzione del numero di impianti (dei nove previsti ne sono confermati sette)

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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