
L’assessore Vincenzo Ceccarelli ha risposto a un’interrogazione presentata dalla consigliera Monica Sgherri (Federazione della Sinistra-Verdi)
“La Regione si impegna, nel quadro della programmazione regionale e nel rispetto della legislazione vigente, per l’integrazione del sistema aeroportuale toscano attraverso piani, azioni e tempistiche condivise, auspicando in tal senso una sempre maggiore pianificazione integrata di attività e servizi”. Lo ha detto l’assessore ai trasporti Vincenzo Ceccarelli, rispondendo in aula a un’interrogazione presentata da Monica Sgherri (Fed.Sin-Verdi) in merito “all’effettiva integrazione del sistema aeroportuale toscano”. La consigliera aveva interrogato la Giunta per sapere se, ai fini di una maggiore integrazione delle strutture, la Giunta non ritenesse opportuno dare un indirizzo chiaro che qualificasse la propria presenza nel Cda di Adf e in particolare sulle remunerazioni, sulla qualità del servizio offerto e sul mantenimento dell’occupazione e la qualità del lavoro.
Ceccarelli ha spiegato che nell’aprile scorso è stato nominato il nuovo cda, ed è stato fissato il compenso di ciascun componente in un importo annuo lordo di 10 mila euro, mentre la remunerazione degli amministratori esecutivi è fissata dal Cda. Dalle ultime notizie ricevute da Adf, inoltre, risulta che in un recente consiglio di amministrazione sia stato deciso di sospendere temporaneamente il progetto di cessazione del ramo di azienda e che proseguiranno comunque i confronti con le rappresentanze sindacali per ridefinire gli accordi e riorganizzare il servizio di handling (assistenza a terra ndr).
Sgherri si è dichiarata insoddisfatta della risposta, osservando che se da un lato si ribadisce l’integrazione, dall’altro si assiste a una società che procede in autonomia all’esternalizzazione dei servizi di handling. Inoltre, secondo Sgherri, esistono “stranezze” come la differenza netta di remunerazioni tra le società aeroportuali di Firenze e Pisa e per Adf, “un premio di produttività per la pista, fatto che è scandaloso perché è una questione che non decide certo l’amministratore”. “Mi pare – ha concluso la consigliera – che la si debba smettere con il doppio gioco”.
IL GRUPPO CONSILIARE “FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – VERDI”
Leggerò con attenzione la risposta ma “a caldo” non posso certo dichiararmi soddisfatta. Così Monica Sgherri – Capogruppo di “Federazione della Sinistra – Verdi” in Consiglio Regionale in merito alla risposta oggi in aula, da parte dell’assessore regionale ai trasporti, all’interrogazione sull’”effettiva integrazione del sistema aeroportuale toscano”.
Le radicate perplessità, per non dire contrarietà, che abbiamo sempre espresso sul potenziamento dell’aeroporto di Firenze – prosegue Sgherri - e sulla realizzazione della pista parallela sono rafforzate dagli articoli di stampa di oggi. Enac afferma che la priorità è la holding fra Pisa e Firenze (e noi siamo sempre stati favorevoli all’integrazione societaria), mentre per la lunghezza della pista si vedrà. A nostro avviso Enac compie un atto di “furbizia tattica”, una mera dichiarazione tattica di marcia indietro sui famosi 2400 metri della pista fiorentina. Parliamo di “furbizia tattica” perché – pensiamo- si vorrebbe incassare una variante che prevede i duemila metri di pista e da subito predisporre i duemilaquattrocento metri grazie alle fasce di rispetto in testa e in coda alla pista medesima! Enac ha affermato che con una pista di duemila metri ci sarebbero delle prescrizioni severe in tema di sicurezza con conseguenza di autorizzare decollo e atterraggio dei velivoli airbus 320 e 321 solo con la metà di carico di passeggeri. Se già avevamo la certezza che AdF non ha le “spalle sufficientemente larghe” per coprire un piano industriale con una pista di duemila metri tanto più non le ha se i tempi per ammortizzare l’investimento vengono raddoppiati a causa del parziale sfruttamento della capacità di trasporto degli aerei! Non ci può essere spazio per “furbizie tattiche” e dubbi: AdF deve presentare un progetto e un piano per una pista di duemila metri (e su quello ciascuno fare proprie valutazioni) o mettiamo nel cassetto la variante e procediamo velocemente con l’integrazione dei due scali, quest’ultima sì scelta strategica! Su questo alcune scelte portate avanti sembrano non andare verso l’obbiettivo dell’integrazione e anzi sembrano ignorarlo. Come non vedere la contraddizione rispetto all’obbiettivo dell’integrazione societaria il fatto (poi sospeso, anche grazie al lavoro svolto dalla Commissione Emergenza Occupazionale) dell’estenalizzazione del servizio di hadling dell’aeroporto fiorentino; esternalizzazione in totale autonomia e in direzione opposta alle scelte a suo tempo fatte da Pisa/SAT.
Così come la disparità di trattamento economico per la dirigenza dell’aeroporto pisano e fiorentino (quasi il doppio per i fiorentini, con circa la metà dei passeggeri serviti); infine, ma non certo per importanza, la previsione di un bonus del 130% della remunerazione variabile per i dirigenti di AdF al conseguimento dell’obiettivo nuova pista.
Ossia, per una scelta compiuta dai competenti Regione e Comuni il premio andrebbe alla dirigenza della società. E’ il colmo! Per di più non vi è imbarazzo per il duplice ruolo che si trova a svolgere di fatto la Regione (soggetto decisore e presente nel CdA) che su questo punto conduce a questo benefit ai dirigenti di AdF. Su questo non c’è stata risposta! Insomma nodi che ponevamo non sciolti e quadro che pare allontanarsi sempre più da quanto qui si sceglie e si discute: insoddisfatta quindi dalla risposta e sempre più convinta che vada stralciata dalla variante al PIT la questione pista fiorentina!
Fonte: Toscana Consiglio Regionale
<< Indietro