Proponiamo questo articolo, che abbiamo trovato sulla rete, per spingere ad una riflessione sullo stato e l’organizzazione della scuola. Come evitare le tragedie che possono succedere negli edifici scolastici? Colpevolizzando le figure “responsabili della sicurezza”?
Irresponsabili della sicurezza scolastica
Ma non è allucinante che per la morte di Vito Scafidi, lo studente morto per il crollo di un soffitto, vengano condannati anche 3 docenti? Erano “responsabili della sicurezza”.
Ma che razza di carica è “responsabile della sicurezza” quando sappiamo bene che la sicurezza degli edifici è messa in crisi dall’assenza di manutenzione, dalla latitanza degli enti locali e dalla leggerezza dello Stato?
Con quale formazione e quale competenza in strutture edilizie, impianti e norme di sicurezza i colleghi vengono nominati “responsabile della sicurezza”?
Ma cosa cacchio è diventata la sicurezza nelle scuole? La ricerca del signor Malaussene? Del capro espiatorio?
E chi lo dice che da quella morte nulla è cambiato, anzi, è peggiorato di molto?
1. Gli standard di sicurezza base (le leggi, i numeri, le norme, i rapporti) non sono osservati e nessuno si preoccupa di farli osservare. Su tutti il rapporto docente/alunni Dovrebbe essere massimo 24/26 studenti per classe più un docente. CI sono classi anche di 40 alunni, soprattutto nelle prime classi della scuola superiore. Se (per carità non sia mai) arriva un terremoto e non riescono a sfollare tutti in tempo e ci scappa il morto la responsabilità sarà “del responsabile della sicurezza”, cioè di un docente?
2. La manutenzione nelle scuole non viene effettuata da anni: i Comuni non hanno fondi a causa del patto di stabilità e comunque l’organizzazione degli uffici preposti all’edilizia scolastica è quanto di più malgestito ci possa essere in Italia, le provincie oggi ci sono domani no, le regioni “non è loro competenza”, lo Stato “la delega per la manutenzione degli edifici scolastici è demandata agli enti locali”…e..se cade il cornicione in galera ci va il signor Malussene.
3. La mappatura del rischio negli edifici scolastici: ci vorrebbero circa sei miliardi, per alcuni di più, per mettere in sicurezza, mettere a norma e adeguare gli edifici scolastici italiani. Con rullo di tamburi e squilli di tromba questo governo ha destinato meno di 500mila euro all’edilizia scolastica. Che ci facciamo? Diciamo grazie?
Non voglio fare la pacifista sessantottina nel dire che basterebbero 3 F35 in meno…e nemmeno voglio riprendere le accuse che arrivano agli studenti di “fancazzismo” quando scioperano per motivi come questo. Per carità, lasciamoli a scuola. Dico solo a voi che leggete: pensate se Vito Scafidi fosse stato vostro figlio. E, scusatemi se vi allarmo, da quel giorno la situazione delle scuole è peggiorata. Pensate se Vito Scafidi fosse vostro figlio. La speranza è che non accada mai più quello che è accaduto a Vito, ma..dovesse accadere ancora? La colpa sarebbe del “responsabile della sicurezza” di quella scuola, cioè un docente, o i signori Malaussene siamo tutti noi? Sono tutti loro? Ci ce lo ripaga Vito Scafidi, chi ce lo ripaga il rischio che adesso si corre nelle scuole? Se non ci scappa la tragedia ci scappano le allergie, le malattie, il disagio, l’insalubrità.
Per risanare l’Alitalia abbiano stornato fondi destinati all’edilizia scolastica: governo Berlusconi. Appare chiaro a tutti che è stato un ottimo investimento, no? Incapaci e in malafede.
Maria Stella Gelmini, Berlusconi e Tremonti, premier e ministri al momento della tragedia Scafidi sono ancora qua. La Gelmini imperversa in tv, ignara e intonza e c’è persino chi, tra gli elettori, la incensa. Non è scemo il Carnevale ma chi gli va dietro. L’Italia è sotto sopra, altro che cambiar verso. Condannati sono tre docenti. In caso di cataclisma o tragedia, tranquilli: oggi la galera al signor Malaussene non la leva a nessuno e stiamo bloccando un Parlamento intero per evitarla a qualcuno che di colpe ne ha più di qualcuna. Siamo un Paese di irresponsabili e dunque chi ce lo fa fare di accettare questa responsabilità?
In base a quali competenze un docente può capire quando un tubo esploderà, quando le esalazioni dai bagni sono sospette, quando un soffitto è pericolosamente gonfio, quando una lesione, verticale o orizzontale è da precollasso o da ssestamento, quando la muffa viene dal pavimento, da infiltrazione o da infissi…? A proposito di “valutazione delle competenze e del merito” su cui oggi si riempono la bocca i tuttologi e i Prandelli d’Italia, in base a quali competenze un docente nominato “responsabile della sicurezza” può tutelare la salute e la sicurezza di scuole che oggi ospitano centinaia di docenti e almeno mille bambini e ragazzi? E quand’anche si accorgesse che qualcosa non va, colleghi, come accade tutti i giorni, quali interlocutori abbiamo? A chi presentare le richieste?
Paolo Capezzone