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Per “Il Sole-24 ore”: un disastro il secondo romanzo dell’Avallone, autrice di “Acciaio”

Silvia Avallone, autrice del fin troppo lodato e premiato romanzo “Acciaio”, è finita sulla graticola. A mettercela, l’inserto domenicale (prestigioso) del quotidiano “Il Sole-24 ore”, per mano di Zerlina (pseudonimo di chi?). Che usa parole di fuoco, parlando della sua seconda fatica, intitolata “Marina Bellezza”, che fa tanto romanzo rosa.

Se “Acciaio” aveva come palcoscenico Piombino, “Marina Bellezza” ha la campagna, piatta e triste, di Biella, città d’origine dell’Avallone.

509 pagine di noia, sentenzia Zerlina, che sottolinea: “Fare della noia un punto di forza, una scelta di campo, uno stile di scrittura, beh, questo non è davvero cortese nei confronti del, pur sempre pagante, lettore”. Oltre alla noia – aggiunge Zerlina, senza pietà – la vacuità dell’intreccio e l’inconsistenza dei personaggi.

Due, i principali: Marina e  Andrea. La prima, flippata sullo spettacolo (cantante e aspirante velina); il secondo, desideroso di vivere in campagna, chisenefrega degli studi.

Ma c’è dell’altro: la ripetizione, immutata e sconsolante, delle medesime descrizioni. Marina ha sempre tacchi vertiginosi, si copre – quando sorride – d’infantile, micidiale tenerezza e, se si arrabbia, scatena la furia di un uragano. Suo padre ha gli occhi azzurri come quelli di Paul Newman. E il povero Andrea è goffo e pesante come un orso. Non mancano pillole di saggezza spicciola e passaggi incomprensibili.

Zerlina conclude in maniera terribile: “Infine, per sollevarvi da una fatica inutile, segnaliamo che il cuore dell’opera, il pensiero più profondo, il messaggio dell’autrice, si trova a pagina 16: ‘In certi momenti, a ventisette anni, puoi conoscere una cosa sola, la più importante, la più vera di tutte. La paura’. Ora che lo sapete, potete risparmiarvi le successive 493 pagine”.

Mai letta una stroncatura di tal fatta. Mi piacerebbe sapere come si è espresso/a, se si è espresso/a, Zerlina su “Acciaio”, da cui – tra l’altro – è stato tratto un film dal regista Stefano Mordini, che è passato inosservato, nonostante abbia toccato il festival di Venezia..

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