Brotini torna di nuovo nelle commissioni regionali per parlare di Ente Fiera. Il presidente manifesta fiducia

Antonio Brotini

Gli eletti di Palazzo Panciatichi si riservano approfondimenti sulla sitruazione in corso. L'intervento di Comune e Palazzo Strozzi Sacrati fermò il licenziamento di 13 persone


“Ci siamo riservati la facoltà di riascoltare il presidente di Firenze Fiera nelle prossime settimane, quando avremo approfondito alcuni temi, come quello degli impegni che intende prendere la Regione Toscana e, soprattutto, il Comune di Firenze”. Lo ha dichiarato la presidente della commissione Sviluppo economico del Consiglio regionale, Rosanna Pugnalini (Pd), a margine dell’audizione del presidente di Firenze Fiera, Antonio Brotini. L’audizione è avvenuta in seduta congiunta con le commissioni Emergenza occupazionale, presieduta da Paolo Marini (FdS), e Controllo, presieduta da Paolo Marcheschi (FdI). Aveva lo scopo di capire lo stato di salute di Firenze Fiera, la società che gestisce gli spazi espositivi della Fortezza da Basso, e i problemi occupazionali legati all’annuncio di 13 licenziamenti poi ritirati dopo l’intervento di due soci, il Comune di Firenze e la Regione Toscana, attraverso l’assessore regionale alla presidenza Vittorio Bugli.

Secondo Brotini, Firenze Fiera, grazie soprattutto alle strutture che ha (la Fortezza e Villa Vittoria in particolare, e alla loro collocazione all’interno della città “ha potenzialità di sviluppo molto importanti”. Per raggiungere questi risultati, però, “serve una ristrutturazione dell’organizzazione aziendale, che vogliamo discutere con i sindacati e con i soci”. In particolare, serve un “nuovo mix occupazionale, la ridefinizione del contratto integrativo, oggi troppo oneroso e non più rispondente alle esigenze del mercato, e attivare investimenti per l’adeguamento delle strutture”. A questo proposito Brotini ha chiarito che “il restauro parziale di Villa Vittoria è stato fatto con risorse proprie, senza l’arrivo dei soldi promessi dai soci, ma si è trattato di un intervento tampone”. Rispetto al bilancio 2012, Brotini ha confermato che l’esercizio si era chiuso con un utile di 50 mila euro lordi e che “il rosso è stato determinato dalla sentenza con la quale il Tar ha accolto il ricorso del Comune di Firenze per presunti abusi edilizi circa i padiglioni aggiuntivi”.

I commissari, in particolare Paolo Marcheschi, hanno chiesto chiarimenti circa gli assetti societari futuri e la definizione del piano industriale, “per capire se sostenere l’idea di ricapitalizzazione avanzata dalla Giunta regionale in un momento in cui la Provincia di Firenze si è tirata fuori dai giochi e nel momento in cui il Comune di Firenze non chiarisce quale comportamento adottare verso la società”.

Secondo Gabriele Chiurli (Misto), “se l’azienda ha potenzialità è giusto perseguire la strada del rilancio, magari cercando di risolvere la questione degli esuberi con la ricollocazione in altri enti”. Per Nicola Nascosti (Pdl) la questione fondamentale “è capire se l’azione del Comune di Firenze si fermerà solo alla variante urbanistica necessaria per risolvere i problemi delle strutture di Firenze Fiera o se ci sarà anche un impegno finanziario, perché la Regione non può sostenere da sola questa partita”. Giuseppe Del Carlo (capogruppo Udc) ha chiesto se “sia possibile l’ingresso di soci privati”, mentre Marina Staccioli (FdI) ha chiesto di quantificare “le reali possibilità di sviluppo di Firenze Fiera”. Infine, secondo Marco Taradash (Pdl), “è bene discutere di pubblico e privato, ma questa, per come è stata illustrata, appare una rappresentazione dell’attuale declino italiano: ci sono le potenzialità, ma non ci sono gli interventi per dargli gambe. Credo che questa vicenda dovrebbe diventare, per noi, la vicenda da analizzare in profondità per capire cosa possiamo fare per dare un contributo al rilancio”.

Brotini ha risposto di “essere ottimista” per quanto riguarda lo sviluppo di Firenze Fiera e che il piano industriale resta quello presentato nel 2012. Il piano, ha ricordato, “prevedeva 100 milioni di investimenti, ma per renderlo possibile serve che i soci immettano capitali”. Quanto alla questione pubblico o privato Brotini ha affermato che “al cliente interessa la qualità dei servizi e non chi sono i soci di Firenze Fiera. Comunque, se si decidesse di vendere i compratori privati arriverebbero in breve tempo”. E, ha ribadito, “serve riorganizzare l’azienda per rispondere alle esigenze del mercato di oggi”.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

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