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Nozze di una donna nata uomo: don Santoro e la coppia scrivono al cardinale Betori

(foto di archivio)

Lettera nell'anniversario del matrimonio che la Chiesa non riconosce

 Il prete don Alessandro Santoro, Sandra Alvino, la donna nata uomo presidente dell'Associazione italiana transessuali, e il compagno Fortunato Talotta scrivono in una lettera al cardinale Giuseppe Betori.

La missiva è stata inviata per il quarto anniversario della 'benedizione matrimoniale' tra Alvino e Talotta.

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Lettera aperta al Vescovo di Firenze e alla Chiesa
In occasione dell'anniversario di matrimonio di Sandra Alvino e Fortunato Talotta

Comunità delle Piagge, Firenze, 27 ottobre 2013

Questo 25 ottobre è ricorso l’anniversario della benedizione matrimoniale tra Sandra Alvino e Fortunato Talotta.

Siamo qui dopo quattro anni a fare memoria e rinnovare l'abbraccio di benedizione che abbiamo vissuto allora e ci sono tornate alla mente le Sue parole di Vescovo dette e scritte che consideravano, e tutt’oggi considerano, quell'atto “privo di ogni valore ed efficacia”, alle quali abbiamo pensato e ripensato ma ancora una volta non possiamo fare altro che dire alla Chiesa, di cui facciamo parte che non riusciamo a riconoscerci e a condividere quelle Sue parole.

Allora Lei considerò quest'atto una simulazione di sacramento, appoggiandosi al Codice di Diritto Canonico e facendo forza sulla Sua “sicurezza” dottrinale. Papa Francesco nella Sua recente intervista su “Civiltà Cattolica” dice: « Chi oggi cerca sempre soluzioni disciplinari, chi tende in maniera esagerata alla “sicurezza” dottrinale, chi cerca ostinatamente di recuperare il passato perduto, ha una visione statica e involutiva. E in questo modo la fede diventa una ideologia tra le tante. Io ho una certezza dogmatica: Dio è nella vita di ogni persona, Dio è nella vita di ciascuno. Lo si può ; e lo si deve cercare in ogni vita umana. Anche se la vita di una persona è un terreno pieno di spine ed erbacce, c’è sempre uno spazio in cui il seme buono può crescere. Bisogna fidarsi di Dio.”

A noi sembra che queste parole siano la via maestra con cui le comunità cristiane, i vescovi e la chiesa nel suo insieme dovrebbero, con spirito sinodale, confrontarsi sugli atti e sulle scelte che viviamo come Chiesa. Ed è proprio alla luce di queste indicazioni che continuiamo a pensare che alla benedizione matrimoniale di Sandra e Fortunato debba essere riconosciuta la dignità di sacramento. E allora come pensare non esista e non valga quell’atto di matrimonio ufficiale firmato con fede e convinzione dagli sposi, da me come celebrante, e dai due testimoni quattro anni fa?Che cosa bisogna farne di quell’atto?

Per quel che ci riguarda oggi nella celebrazione eucaristica della Comunità, insieme abbiamo ribadito che una storia d’amore fedele è un sacramento di per sé, che l’atto d’amore vissuto con loro il 25 ottobre di quattro anni fa supera il diritto e la legge sempre e comunque e che la loro unione è benedetta e consacrata dal Dio Vivo e Vivente Padre e Madre di noi tutti.

Ancora una volta, e questa volta in maniera aperta e pubblica Le chiediamo di poter cominciare a dialogare e confrontarsi come Chiesa in spirito sinodale su questa specifica questione e su come dare dignità di accoglienza vera nella chiesa alle diverse e varie relazioni d’amore. Nel frattempo da parte nostra inviteremo le varie comunità parrocchiali ed ecclesiali ad un momento di scambio e confronto in quello spirito di condivisione e di ricerca comune a cui ci invita con le sue parole e il suo stile Papa Francesco.

Un saluto di sincera fraternità

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