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Uso dei beni civici, pronta una legge di riforma organica

foto d'archivio

In commissione regionale Ambiente l’illustrazione del testo. Il presidente Gianfranco Venturi: “Intervento giusto. Normativa di riferimento obsoleta”

I beni civici come “importante presidio del territorio”, che occorre “rilanciare”, ma soprattutto adeguare al presente visto che sono ancora regolati da una normativa risalente al 1927 (legge n. 1766). Questo l’obiettivo della proposta di legge predisposta dalla Regione Toscana e illustrata oggi, giovedì 24 ottobre, in commissione Ambiente presieduta da Gianfranco Venturi (Pd).

Il territorio della Toscana interessato da beni civici (insieme di risorse della collettività inalienabili, incommerciabili, imprescrittibili) si snoda su una superficie di circa 30mila ettari, divisi in 57 Comuni. Un patrimonio vasto su cui si sta lavorando da molto tempo e che potrebbe arrivare ad una riforma “organica e impegnativa” in tempi brevi. Il testo intende infatti “disciplinare l’esercizio delle funzioni amministrative di usi civici”. “L’originaria funzione della loro tutela e disciplina – si legge nella relazione di accompagnamento alla proposta – era quella di permettere il permanere delle popolazioni in aree svantaggiate attraverso la possibilità di ricavare integrazione di reddito per mezzo dell’esercizio di diritti d’uso quali raccolta di legno e frutti del sottobosco, pascolo, pesca nelle acque interne”. Obiettivo principale della tutela dei beni civici, anche al giorno di oggi, è quella di “agevolare la permanenza delle popolazioni nei territori di residenza, a presidio degli stessi, e di rilanciare l’istituto come vivo, attuale e utilizzabile”. Da qui la “complessiva rivisitazione della normativa” attraverso una “rimodulazione” e un “aggiornamento” tanto per le procedure che per gli enti coinvolti. Nei vari articoli che compongono il testo, si ammette, per esempio, l’espropriazione “solo sui terreni gravati da diritto d’uso civico previo parere regionale”. Il demanio collettivo civico, invece, rimane “inespropriabile”, ma laddove i beni siano “eccedenti il soddisfacimento degli utenti”, è prevista la “possibilità di concessione per promuoverne una gestione più proficua”.

Nel corso della seduta di commissione, il presidente del gruppo Idv, Marta Gazzarri, ha posto l’accento sul carattere a suo dire “troppo tecnico del testo. Ci sono aspetti da approfondire. Il ruolo della politica e della responsabilità delle scelte deve essere chiaro”.

Giovanni Ardelio Pellegrinotti (Pd) ha accolto con soddisfazione un testo che “galleggia ormai da anni. Interveniamo su un problema difficile e spinoso che ha sempre alimentato contrasti. L’auspicio è quello di arrivare in fondo in tempi brevi, con le limature e le correzioni che si riterranno più efficaci”.

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