Dante torna in Orsanmichele, a parlare del Sommo Poeta sarà il prof. Marco Santagata
Il ritorno dell'Alighieri al secondo piano di Orsanmichele, come spiega il presidente del Consiglio comunale e della Società Dantesca Italiana Eugenio Giani, "è un vero evento".
"Era infatti il 1978, 34 anni fa - prosegue Giani - l'anno dell'ultima Lettura Dantis nel bello e amplissimo ambiente gotico, deputato fin dall'anno inaugurale, il 27 aprile 1899 con la prima lettura di Guido Mazzoni, ad accogliere le Letture".
Si ricordi infatti che il Governo concesse alla Società Dantesca Italiana l'uso della gran sala al secondo piano del complesso di Orsanmichele e con l'assenso del Ministero dell'Istruzione le impose la denominazione di "Sala di Dante".
Dal 1996 la "Sala di Dante" accoglie il museo del Polo museale dove sono conservati i capolavori dei grandi maestri fiorentini del Quattrocento.
Per l'appuntamento del 7 novembre la Dantesca metterà eccezionalmente a disposizione nella sala "Francesco Mazzoni" del Palagio dell'Arte della Lana (dove adesso si tengono le Letture Dantis) un maxischermo da cui gli ospiti potranno seguire in collegamento audiovideo l'intervento di Santagata. I posti del museo di Orsanmichele sono infatti limitati per motivi di sicurezza e la sala può ospitare al massimo un centinaio di persone.
Santagata ha dedicato a Dante gli ultimi studi, prima con L'io e il mondo. Un'interpretazione di Dante (Bologna, Il Mulino, 2011), a cui ha fatto seguito l’imponente biografia Dante. Il romanzo della sua vita (Milano, Mondadori, 2012) per finire con l’agile e divulgativa Guida all'"Inferno” (Milano, Mondadori, 2013).
Dante al museo, è proprio il caso di dirlo, non può che far ripensare al grande legame storico che c'è tra l'Alighieri e Orsanmichele, dove per decenni si sono divulgati i versi della Divina Commedia alla cittadinanza.
I rapporti tra Palagio dell'Arte della Lana (sede della Società Dantesca dal 1905) e Orsanmichele (fabbricato demaniale) sono infatti antichi e vincolati da un corridoio a cavalcavia che unisce i due edifici.
Il primo marzo del 1920 venne costituita con decreto intendentizio una servitù di passo a favore del demanio e il 14 maggio di quello stesso anno, sempre con decreto, venne regolamentata con un atto formale la consuetudine di tenere le Letture Dantis al secondo piano di Orsanmichele, già "Sala di Dante", e venne stabilito che la Sdi pagasse al Demanio un canone annuo di 10 lire. L'atto aveva valenza dal 1 gennaio del 1920 per 29 anni.
La questione si ripropose nel 1960, quando, allora presidente Gianfranco Contini, ci si rese conto che il permesso per le letture risultava scaduto dal 31 dicembre del 1948. Così l'Intendenza di Finanza di Firenze ancora una volta lo rinnovò per 6 anni, a partire dal gennaio del 1960 con un canone stavolta di 1000 lire. Le letture sono andate avanti ancora per anni, fino al 1979, anche senza decreti formali. Tanto ha giocato la volontà della Società e dei suoi presidenti nel voler proseguire il legame tra la divulgazione del Poema e la "Sala di Dante", nonostante visioni non sempre coincidenti tra Soprintendenza e Dantesca. Anche perché, a detta di presidenti come Contini prima e Francesco Mazzoni poi, la servitù a favore del Demanio era ed è una servitù di passaggio che non include ad esempio l'uso dell'ascensore (della Dantesca) e che l'uso del primo piano di Orsanmichele per Dante sarebbe stato un equo risarcimento per una servitù gravante su una proprietà privata senza un corrispettivo.
Ma nella logica del buon vicinato i rapporti si sono sempre sistemati e anche se il ciclo di Lettura Dantis si svolge dal 1979 nella Sala Mazzoni del Palagio dell'Arte della Lana, oggi Dante può finalmente tornare in Orsanmichele. E, in futuro, non è escluso dallo stesso presidente Giani il ritorno di qualche importante Lettura nella "Sala di Dante".