
Completamente rinnovati i locali di piano terra e risanato l’antico portico d’ingresso
Da oggi, 22 ottobre, riapre Villa Maria con la funzione di biblioteca di pubblica lettura. Dopo accurati interventi di recupero e rifunzionalizzazione della struttura, che tra l’altro hanno portato alla luce pregevoli decori parietali, sono stati inaugurati i locali del piano terra della villa che ospitano il servizio di reference, 20 posti a sedere, postazioni internet e oltre 600 metri di volumi di letteratura italiana e straniera a scaffale aperto. Qui gli utenti potranno consultare il patrimonio librario datato dal 1950 in poi e i nuovi acquisti. Si possono consultare e prendere in prestito anche i 120 mila volumi trasferiti dai Bottini dell’Olio, attualmente chiusi per lavori PIUSS, nel Castelletto della Villa. Da oggi dunque, la sezione bibliotecaria di Villa Maria entra in piena funzione con il consueto orario di apertura al pubblico, vale dire da lunedì a venerdì 8.30-13.30 / 14.30- 19.30; il sabato 8.30-13.30; e con i consueti servizi di consultazione, prestito locale e interbibliotecario.
Dopo un lungo periodo di chiusura (la Villa è stata chiusa dal 2006) viene portato a compimento un altro tassello nella riorganizzazione del servizio bibliotecario cittadino nelle sue varie articolazioni e specializzazioni: Villa Fabbricotti dove è conservato il materiale antico e il pregresso fino al 1950, oltre alla sezione di storia locale; l’ Emeroteca di Via del Toro con le collezioni di periodici correnti e cessati; la Biblioteca dei Ragazzi recentemente riaperta e dotata del materiale per ragazzi da 0 a 14 anni; la Biblioteca Stenone dedicata anch’essa alla letteratura per bambini, e adesso Villa Maria con la sezione del materiale corrente della Biblioteca Labronica “F.D.Guerrazzi”.
NOTE STORICHE
La Villa Maria, nota anche come Villa Capponi o Villa Lazzara, di proprietà del Comune di Livorno dal 1960, risale alla metà del ‘700, quando i marchesi Capponi si fecero costruire la loro residenza ad uso di villa suburbana, all’interno di una proprietà ben più vasta di quella che è rimasta oggi. Nel 1809 la villa fu venduta a Michele Rodocanacchi e quando nel 1818 questa passa in eredità al figlio Pietro, vengono apportate sostanziali modifiche alla struttura settecentesca, il cui risultato è quello che appare a noi oggi: viene infatti ampliata con un ampio pronao, sul lato nord-est, verso l’attuale Via Redi, viene sopraelevata di un piano e sul lato nord-est vi viene la torretta di gusto medievale. Anche i decori interni e le pavimentazioni a mosaico sono probabilmente da attribuire all’intervento di Rodocanacchi, vista la continuità tra quelli della villa vera e propria e quelli della torretta. Viene inoltre realizzato l’ingresso a forma di castelletto su via Calzabigi, che portava a quello che probabilmente era l’ingresso principale, data anche la maggiore ricchezza delle decorazioni, e che oggi invece è il retro. Nel 1904 la villa diventa di proprietà di Giovanni Lazzara, un commerciante e produttore di corallo, che vi installa il suo laboratorio e arricchisce la proprietà con nuovi ambienti, e il parco con nuovi alberi altissimi, presenti ancora oggi.Durante la Seconda Guerra Mondiale diventa sede del comando tedesco della Wermach; nel dopoguerra passa in proprietà agli eredi di Giovanni Lazzara, che nel 1960 la donano al Comune di Livorno, per farci la sede di un edificio pubblico a destinazione culturale, come si legge nella lapide commemorativa presente sulla facciata principale, datata 31 ottobre 1962. Infatti, dopo alcuni lavori di restauro e riadattamento, la villa diventa la sede del Museo Progressivo di Arte Contemporanea, dove vengono esposte opere importanti di proprietà dell’Amministrazione Comunale. Nel frattempo la proprietà subisce notevoli riduzioni: i terreni intorno alla villa vengono lottizzati, per fare spazio a nuovi insediamenti abitativi e l’edificio perde la posizione baricentrica che aveva in origine. Dal 1989 al 2006, anno della sua chiusura, la struttura ha ospitato la sezione di storia locale della Biblioteca Labronica.
IL PROGETTO DI RECUPERO
Il progetto riguarda il recupero e la rifunzionalizzazione dell’edificio, non più utilizzabile sia per mancanza di accessibilità, sia per l’inadeguatezza degli impianti. La destinazione d’uso al termine dei lavori rimane la stessa presente prima della chiusura, cioè la sezione di storia locale della Biblioteca Labronica. L’intervento si attua in due lotti funzionali, uno che ha permesso la riapertura del piano terra e un secondo che consentirà la riapertura di tutta la struttura. Per l’esecuzione del secondo lotto non sono previste interferenze che possano creare difficoltà con l’attività che si svolge al piano terra.Provvisoriamente il piano terra, ultimati i lavori, ospita parte del patrimonio librario presente ai Bottini dell’Olio. Infatti il recupero della Villa Maria è stato strategico anche per l’attuazione del PIUSS, perché ha permesso di mantenere in funzione il servizio della biblioteca corrente collocata al primo piano dei Bottini dell’Olio, liberati per l’esecuzione dei lavori di recupero del complesso destinato a sede del Polo Culturale; qui verrà ricollocata la sezione corrente della Biblioteca Labronica.
L’edificio di Villa Maria è costituito da un corpo principale di tre piani fuori terra, suddiviso in tre segmenti longitudinali agli ingressi, una torre addossata al lato nord-ovest di cinque piani fuori terra e un corpo di due piani fuori terra a sua volta addossato alla torre. Il piano terra del corpo principale non presentava decori in vista, anche se si presupponeva che ve ne fossero, dato il livello di decorazione presente al primo piano, ed è pavimentato in marmo. Il piano primo ha i pavimenti alla veneziana e in mattonelle di cemento. I soffitti sono decorati con motivi sia geometrici che floreali. Il secondo piano presenta un pavimento in cocco incollato al pavimento in gres e il soffitto e in legno al naturale. Con il progetto complessivo le destinazioni d’uso dei locali rimangono essenzialmente quelle precedenti alla chiusura, con la grande sala pluriuso al piano terra, che potrà essere usata sia per conferenze, che per esposizioni, una sala e una saletta di lettura, un deposito; la consultazione al piano primo, con scaffali direttamente posti nelle varie sale; zona; sale di lettura al secondo piano. I lavori di recupero consistono essenzialmente nel restauro degli ambienti interni e in interventi parziali di restauro delle facciate, compresa la sostituzione degli infissi in legno. Con un appalto a parte, si è provveduto innanzitutto al superamento delle barriere architettoniche con l’installazione di un ascensore, posto all’interno della torretta, che diventa quindi una zona di collegamento con i locali del lato nord. Lo spazio di risulta oltre il vano ascensore viene utilizzato al piano terra come deposito di libri e ai piani primo e secondo per i servizi igienici. I servizi igienici precedentemente presenti al piano terra, con accesso dall’esterno, sono stati completamente smantellati per fare posto al vano ascensore. Innanzi tutto, prima di procedere con il lavori di recupero, è stata eseguita una accurata campagna di saggi sulle pareti e sui soffitti di tutto l’edificio, per esaminare gli eventuali decori che non erano visibili, ma di cui si presupponeva l’esistenza, dato il livello di decorazioni presenti sui soffitti dei locali al primo piano. Successivamente, con l’appalto di lavori appena conclusi, si è provveduto ad eseguire opere edili ed impiantistiche per portare il piano terra alla sua completa fruibilità. E’ stata eseguita la demolizione degli intonaci delle pareti, compatibilmente ai risultati dei saggi riguardanti le decorazioni, per procedere successivamente al loro rifacimento con intonaci antiumido combinati ad iniezioni di resina per la formazione di una barriera contro l’umidità di risalita. E’ stato smantellato il bagno presente vicino all’ingresso per il suo completo rinnovo con caratteristiche di accessibilità per i disabili.
Compatibilmente con i passaggi delle canalizzazioni impiantistiche sono state mantenute le pavimentazioni in marmo, che sono state levigate e lucidate, mentre, dove questo non è stato possibile, sia per motivi di conservazione che per la presenza delle canalizzazioni, sono stati realizzati nuovi pavimenti in marmo, analoghi a quelli preesistenti. In base al risultato dei saggi effettuati, sono stati recuperati i decori venuti alla luce, sia sui soffitti che sulle pareti. La tecnica di recupero dei suddetti decori è stata concordata con la Soprintendenza di Pisa: i decori quasi integri sono stati completamente recuperati; i frammenti sono stati evidenziati come tali, integrati da motivi geometrici semplici, dedotti dai frammenti stessi, per non riprodurre motivi figurativi dei quali l’invenzione sarebbe stata prevalente sulla effettiva loro presenza.
Sono stati eseguiti anche interventi strutturali con la chiusura con muratura portante di vani precedentemente tamponati con mattoni forati, per ricostituire la compattezza muraria, così come le numerose canne fumarie e camini. Inoltre nel grande locale a sinistra dell’ingresso è stata ripristinata la parte di muratura portante verso il muro esterno, che era stata demolita con i precedenti lavori. Per quanto riguarda gli interventi sull’esterno, è stata rimossa la bussola d’ingresso in alluminio, per riportare il prospetto alla situazione originaria, ed è stato ricollocato nella sua posizione originale il portone in legno, opportunamente restaurato. Sul lato opposto, basandosi sulle foto d’epoca, si è deciso di collocare, al posto del secondo portone, una porta finestra in legno, con disegno analogo agli infissi del vano scale, per rendere l’ambiente molto più luminoso e gradevole. Le finestre sono state sostituite da nuove finestre in legno verniciato con vetrocamera, per la riduzione delle dispersioni termiche e per il rispetto della normativa sulla acustica. Sono stati infine eseguiti i lavori di risanamento del portico d’ingresso, che presentava notevoli problemi d’infiltrazione dalla terrazza soprastante. E’ stato pertanto prima eseguito il lavoro sulla terrazza, consistente nella rimozione della pavimentazione esistente, nella posa della guaina e della nuova pavimentazione; successivamente sono state rifatte le porzioni di intonaco ammalorato e la completa tinteggiatura dei soffitti a volta, dei pilastri e delle pareti. Dal punto di vista impiantistico, è stata eseguita la completa sostituzione degli impianti elettrici esistenti, consistente nella nuova distribuzione principale dal punto di fornitura ENEL e nell’installazione di un nuovo quadro elettrico generale, nella distribuzione delle linee elettriche dorsali, nonché nella predisposizione delle tubazioni per la successiva realizzazione degli impianti ai piani superiori. E’ stato realizzato un nuovo impianto di illuminazione e di sicurezza, la rete di fonia e dati, l’impianto di rilevazione fumi e antrintusione. Per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento, sono stati eseguiti lavori di adeguamento funzionale dell’impianto, con sostituzione del gruppo termico (caldaia e bruciatore) e della canna fumaria; è stata coibentata la tubazione presente nella centrale termica per la riduzione delle dispersioni termiche. Infine è stata eseguita la prova di tenuta della cisterna del gasolio, per verificare che non ci fossero sversamenti nel terreno.
Fonte: Comuen di Livorno - Ufficio Stampa
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