Disco verde in commissione regionale controllo al piano rifiuti

Paolo Marcheschi
Il piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati è coerente con la programmazione regionale, ma devono essere garantite le condizioni giuridiche e programmatiche per la piena attuazione degli obbiettivi comunitari, per evitare l’applicazione di sanzioni.
Lo ha deciso a maggioranza la commissione di Controllo, presieduta da Paolo Marcheschi (FdI). I consiglieri di opposizione si sono astenuti.
Il piano, in coerenza con la normativa nazionale e comunitaria, punta con decisione al riciclo, con lo sviluppo della filiera e con una riduzione significativa dello smaltimento in discarica. Per la prima volta vengono unificati gli indirizzi e gli obiettivi per rifiuti urbani, speciali e bonifica. Non saranno realizzati altri impianti di trattamento meccanico biologico, ad esempio inceneritori o impianti di compostaggio, oltre a quelli già previsti dai piani provinciali o già oggetto di concessione.
Questi gli obbiettivi per il 2020: il 70 per cento di rifiuti differenziati da avviare al riciclo, il 20 per cento di rifiuti impiegati per il recupero energetico (incenerimento), il 10 per cento di rifiuti da conferire in discarica. Per aumentare il materiale da avviare al riciclo è necessario accrescere la quantità della raccolta differenziata fino al 70% e, soprattutto, la sua qualità.
Nel 2011 (periodo al quale risalgono le ultime cifre certificate) la raccolta differenziata era, in Toscana, al 42,2%, quindi al di sotto della soglia del 65% indicata a livello nazionale. La spesa complessiva per la gestione dei rifiuti urbani risulta essere di 705 milioni all’anno, con un costo medio del servizio complessivo di 300 euro a tonnellata, in linea con la media italiana, inferiore alla media del Centro e del Sud, ma superiore alla media del Nord (sebbene in linea con Liguria, Veneto e Piemonte).
I costi di raccolta sono tra i più bassi d’Italia, ma con costi di trattamento e smaltimento tra i più alti.
Molti gli interventi dei consiglieri presenti: Gabriele Chiurli (gruppo Misto), Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana - Federazione dei Cristiano Popolari), Marina Staccioli (FdI). E’ stato il consigliere Marco Manneschi (IdV) a sollecitare la raccomandazione espressa nel parere, preoccupato in particolare che gli obbiettivi indicati nel piano possano urtare contro la salvaguardia degli impianti esistenti.
“E' un piano molto atteso, ma che non inverte la tendenza dell'aumento dei costi di tutto il ciclo dei rifiuti – ha rilevato il presidente Marcheschi - La riduzione da dieci a tre Ato, di fatto, non porterà alcun beneficio nelle tariffe dei toscani che anzi hanno dovuto attendere altri due anni per poter procedere alle gare dei nuovi e necessari impianti. Anche col nuovo piano si investe troppo sulla raccolta differenziata e poco nel recupero e riciclo. E’ l'ennesima occasione persa per adeguarci agli obbiettivi europei”.