
Mauro Mancini e il suo Piviere
A vela ricordando Mauro Mancini e Franco Bechini
Sono un appassionato di libri, in particolare mi piace scoprire tra le librerie o tra le bancarelle testi usati che mi interessano per il loro contenuto o perché sono stati scritti da persone che stimo o che voglio conoscere. Tanti anni fa a Roma, la città dove vivevo prima di trasferirmi ad Empoli, ho scoperto, in una specie di scantinato pieno di libri, un portolano di Mauro Mancini. Mi colpirono quelle pagine disegnate a mano, illustravano le coste della Toscana e quelle dell’arcipelago. Accanto ai disegni c’erano scritte le rotte e le distanze tra le varie località e tante notizie relative alla meteorologia locale. Alcune informazioni sembravano molto interessanti, ricordo per esempio che a proposito di Rio Marina, un paesino della costa meridionale dell’isola d’Elba, c’era scritto di fermarsi assolutamente a mangiare da Gino il Pirata per assaggiare i spaghetti allo scoglio. Non so se sono stati gli spaghetti o l’immagine di Gino il Pirata, che pensai subito con una benda sugli occhi, comprai quel libro dalla copertina blu, lo portai a casa pensando che un giorno mi poteva tornare utile. Questo avvenne qualche mese dopo, quando incontrai un collega che mi invitò a fare un giro con la sua barca a vela. Da quel momento è iniziata in me una sconfinata passione per il mare, ma soprattutto per le barche a vela e per la navigazione.
Qualche anno più tardi, trovandomi ad insegnare per diversi anni a Livorno, guardavo la costa e mi immaginavo di percorrere tratti di mare per scoprire quelle baie che Mauro Mancini aveva disegnato così bene. Nel frattempo avevo approfondito la conoscenza di questo marinaio, giornalista della Nazione era scomparso tragicamente in un’avventura oceanica mentre navigava con Ambrogio Fogar. Quello che mi aveva colpito della storia di Mancini era la sua barca, il “Piviere”, disegnata insieme con Aldo Renai e costruita da un cantiere romano, volutamente “piccola”, poco più di sei metri. Egli sosteneva che per navigare lungo costa è sufficiente una barca di pochi metri, con un basso pescaggio , perché consente di entrare in ogni porticciolo. Applicando questa filosofia nautica ho sperimentato che i posti più belli sono vicino casa, attendono solo di essere scoperti. Mi sono sempre chiesto perché questo giornalista navigatore ha abbandonato per una volta la sua filosofia di navigazione seguendo Fogar su una grande barca fino a capo Horn?
Trovai un barchino usato di sei metri e da allora non ho mai smesso di navigare lungo la costa toscana. Ho cambiato barca diverse volte, ma sempre piccole. Con una in particolare ho navigato da Carrara all’Argentario, un leisure 17, barca inglese di poco più di cinque metri. Vi presento un video realizzato alcuni anni fa su questa barchina mentre esploravo la costa che va da Marina di Pisa a Quercianella. Il video è dedicato a Mauro Mancini e Franco Bechini, anche lui giornalista navigatore, teorico della navigazione con piccole barche da cui ho ricevuto tanti insegnamenti e di cui vi scriverò nelle prossime occasioni. Il tentativo è quello di dimostrare che con piccole barche, marine ed economiche, (il leisure 17 si trova nel mercato dell’usato ad un prezzo di circa tremila euro ed un esemplare è riuscito a fare una traversata atlantica!). Alla luce dell’esperienza che ho acquisito in più di vent’anni vorrei parlarvi su questo blog di crociere lungo costa, di piccole barche e di come è possibile mantenere questa passione anche per chi guadagna un normale stipendio di lavoratore.
Un’ultima informazione per oggi, Gino Il Pirata non c’è più, ma all’isola d’Elba si riesce a mangiare ancora molto bene!
Paolo Capezzone