Chisura della 'Citè': Romanelli e Grassi: "Una ferita per la città"

Mauro Romanelli

"Un luogo che ha rivitalizzato un'intero quartiere viene chiuso per via giudiziaria"


"Siamo davvero molto colpiti e perplessi nel leggere le motivazioni che hanno portato la magistratura a confermare il sequestro preventivo con chiusura obbligatoria alle 23 de La Citè. La presenza delle persone in strada, motivo principale del sequestro, è considerato un pericolo per la salute psico-fisica delle persone. Seguendo questa logica arriveremo al ripristino del coprifuoco in città" - dichiarano Mauro Romanelli, Consigliere Regionale, e Tommaso Grassi, Consigliere Comunale di Sinistra Ecologia e Libertà.

"Perché, poi, la presenza delle persone in strada è addebitabile solo a La Citè? Di fronte e accanto a La Citè ci sono locali che stanno aperti fino a tarda notte (mentre La Citè ha sempre chiuso entro le 1:00)? La logica, per paradosso, vorrebbe che fossero tutti sequestrati e fatti chiudere alle 23. Francamente le motivazioni della sentenza appaiono davvero poco credibili al punto da poter far insorgere il dubbio molto netto e spiacevole di un accanimento nei confronti della esperienza de La Citè che apre la strada ad un precedente davvero pericoloso. La sentenza appare arbitraria, perché evidentemente non mira a colpire la movida in sé (altrimenti sarebbero state elevate sanzioni per tutti i locali), ma rappresenta un segnale specifico e vessatorio verso una realtà culturale che ha rivitalizzato un intero quartiere e lo ha fatto uscendo dai tradizionali e consueti canali di consumo imposti a tutta la città. Non si sono adeguati, hanno attratto un target diverso dal solito turista da spennare e per tutto ringraziamento si ritrovano a dover, di fatto, chiudere".

"Questa vicenda rappresenta un vulnus anche per la politica e le istituzioni. La politica, se vuole svolgere il proprio ruolo e la propria funzione, deve trovare una soluzione alla questione, frutto di una attenta mediazione degli interessi di tutti coloro che vivono, abitano, lavorano e fanno affari in quel quartiere. Se la politica accetta questo stato di cose cristallizzato nella  sentenza significa che accetta di soccombere di fronte allo strapotere di alcuni interessi particolari, umiliando e non tutelando le ragioni di una esperienza culturale importante che ha un significato fondamentale per l'intera nostra città" - concludono Romanelli e Grassi.

Fonte: Toscana Consiglio Regionale

Tutte le notizie di Firenze

<< Indietro
torna a inizio pagina