Bilancio e Dpef, discussione in Regione. Parola chiave 'rilancio' - DIBATTITO

Il consiglio regionale della Toscana

Bugli in aula spiega come infrastrutture, sostegno sociale e difesa del territorio siano le azioni cardini da seguire. Rossi: "Serve un piano straordinario per il lavoro"


Al termine del lungo dibattito che ha impegnato l’aula del Consiglio regionale è stata approvata una proposta di risoluzione presentata dalla maggioranza. Respinte due proposte di risoluzione del Pdl e una dell’Udc. Approvata una proposta di risoluzione del Pdl sul ciclo dei rifiuti.

La risoluzione della maggioranza. Il testo condivide “il contenuto ed i propositi espressi dal Documento preliminare unitario” e impegna la Giunta regionale attraverso linee di indirizzo sui punti: avviare con proprie risorse gli interventi del nuovo ciclo di programmazione europea 2014-20, mantenendo “un equilibrio con le necessarie risorse per il finanziamento delle politiche proprie regionali”; assumere “ogni iniziativa utile” nei confronti del Governo “affinché le risorse impiegate per avviare in anticipo gli interventi delle politiche di coesione non siano prese in considerazione ai fini del calcolo del Patto di stabilità interno”.

Sulla “competitività del sistema regionale e capitale umano”, si chiede alla Giunta di dare “piena attuazione alla legge regionale” 35 del 2000 su attività produttive e competitività delle imprese, prevedendo risorse adeguate; aggiornare il sistema di organizzazione e gestione dei poli di innovazione; garantire la prosecuzione dei Centri per l’impiego e predisporre un progetto di riforma del sistema; riattivare il tavolo regionale sul settore lapideo. Ancora: di informare periodicamente il Consiglio sull’attuazione del progetto GiovaniSì ed estendere i tirocini al settore agricolo, valutando la possibilità di potenziamento del progetto attraverso tirocini alle imprese start-up innovative ad alto contenuto tecnologico.

All’interno della riorganizzazione del sistema della formazione, “porre rilevante attenzione” alla questione della dispersione scolastica, fenomeno in cui la Toscana “si caratterizza per avere una media più alta di quella nazionale”; attivarsi nei confronti del Parlamento per la conversione in legge del decreto 104/2013 sull’edilizia scolastica (costruzione nuovi edifici e ristrutturazioni).

In merito all’area tematica “Sostenibilità, qualità del territorio e infrastrutturazione”, queste le linee di indirizzo: sostenere la conversione verso l’efficienza energetica di edifici pubblici e privati e la mobilità sostenibile con incentivi a elettrico e metano; la Giunta è chiamata ad elaborare un progetto specifico da affiancare al Piano regionale rifiuti e bonifiche (Prb) sulla filiera industriale del recupero e del riciclo della materia, con il “coinvolgimento del mondo dell’impresa” e rendendo “pienamente operativa”, la legge regionale 51 del 2013 (protezione e bonifica dell’amianto, promozione del risparmio energetico, bioedilizia, energie alternative).

Per l’area tematica “Diritti di cittadinanza e coesione sociale”, si dispone che per le disposizioni che anticipano l’intervento complessivo di riforma del sistema sanitario di riordino del sistema sanitario “sarà possibile procedere solo in caso di già avvenuta approvazione del Piano sanitario sociale integrato”. Viene ribadita l’importanza delle Agenzie sociali per la casa e si auspica “l’approvazione in tempi brevi di un’apposita normativa” che permetta a tali organismi di beneficiare di un opportuno sostegno regionale. Si chiede di esprimere “netta contrarietà ad ogni ulteriore taglio al fondo del Servizio sanitario nazionale”. Per l’area “Governance ed efficienza della P.a.”, infine, “dare la massima priorità alle procedure concernenti la semplificazione burocratica e amministrativa sulle quali è impegnata la Regione”.

Le risoluzioni respinte. Respinte invece le due risoluzioni presentate dal Pdl e collegate all’informativa della Giunta. La prima, che riconosceva “non collegabile” alla Finanziaria 2014 la proposta di legge in tema di acquisizione dell’invaso di Bilancino. La seconda che riteneva egualmente non collegabili alla Finanziaria le proposte di modifica alla legge sul servizio sanitario regionale. Respinta anche la proposta di risoluzione presentata dal’Udc per impegnare la Giunta ad interventi nelle quattro aree tematiche: competitività e capitale umano, sostenibilità e qualità del territorio, diritti di cittadinanza e coesione sociale, riforma del sistema istituzionale.

La risoluzione del Pdl approvata. Approvata a maggioranza invece la proposta di risoluzione a firma del consiglieri Nascosti, Santini e Bartolomei (Pdl) che impegna presidente e Giunta regionale ad inserire nelle priorità programmatiche del 2014 “interventi a sostegno della chiusura del ciclo dei rifiuti nel settore cartario in Toscana”. Tutti gli atti, approvati e non, saranno presentati nella fase di concertazione precedente l’approvazione delle leggi economiche e finanziarie.

 

Al termine del dibattito, l’aula del consiglio regionale  ha approvato due mozioni collegate all’informativa della Giunta “Documento preliminare unitario Dpef 2014, legge di bilancio di previsione 2014 e pluriennale 2014-2016, legge finanziaria 2014 e leggi collegate”.

Una prima mozione, primo firmatario Rudi Russo (Cd), riguarda gli interventi di adeguamento infrastrutturale della linea ferroviaria regionale n. 5, Firenze-Prato-Pistoia-Lucca-Viareggio. L’atto, sottoscritto anche dai consiglieri Vanessa Boretti (Pd), Gianfranco Venturi (Pd), Mauro Romanelli (Gruppo misto) e Aldo Morelli (Pd), impegna la Giunta regionale ad assumere “concrete e puntuali azioni di esecuzione del Piano regionale integrato infrastrutture e mobilità (Priim) già nelle prossime proposte di legge di bilancio ed a fornire un dettagliato scadenzario dei lavori da mettere in opera con la massima urgenza”. Infine si impegna la Giunta a richiamare il Governo alle proprie responsabilità rispetto agli impegni di cofinanziamento dei lavori programmati.

La mozione del Pdl – primo firmatario Nicola Nascosti – impegna la Giunta ad inserire nel prossimo Dpef le seguenti priorità programmatiche: misure per favorire la competitività delle imprese; per il sostegno formativo alla cultura di impresa e per il sostegno per le PMI. L’atto è stato approvato all’unanimità. Chiede, in pratica, la piena attuazione dell’articolo 5 della legge regionale 35 del 2000, sulla Banca dati regionale e modulistica standard.

Respinta invece l’altra mozione del Pdl che formulava vari indirizzi, tra i quali l’abbandono “delle politiche dei contributi a pioggia a favore delle imprese”; l’interruzione del “trend espansivo dell’indebitamento”; il “superamento delle bardature ideologiche e delle resistenze conservatrici”, la “profonda revisione dei meccanismi della concertazione istituzionale”.

 

 

L'intervento in aula di Vittorio Bugli

 

“La Giunta intende fornire, con questo preliminare un’analisi ed una rappresentazione complessiva delle sue linee di azione politica, imperniate su obbiettivi di razionalizzazione e riordino organizzativo, di sostegno allo sviluppo e di equità sociale”.

Così Vittorio Bugli, assessore regionale alla presidenza, ha iniziato l’illustrazione al Consiglio regionale del Documento preliminare unitario (Dpu) 2014, relativo al Documento di programmazione economico finanziaria (Dpef), alla legge di bilancio di previsione annuale e pluriennale, alla legge finanziaria ed alle proposte di legge a quest’ultima funzionalmente collegate per il 2014. Un insieme di atti che la Giunta regionale dovrà approvare entro il prossimo 10 novembre.

“Obbiettivi fondamentali di questa fase della legislatura – ha affermato l’assessore – sono il rilancio della competitività del sistema produttivo, la tutela del lavoro in tutte le sue forme, gli interventi per i cittadini più colpiti dalla crisi, azioni fondamentali per mantenere il modello di coesione sociale della nostra regione, insieme alla difesa del territorio e l’ammodernamento delle dotazioni infrastrutturali”.

Le priorità programmatiche descritte nel Dpu 2014 sono articolate intorno a quattro aree tematiche: competitività del sistema regionale e capitale umano; sostenibilità, qualità del territorio ed infrastrutturazione; diritti di cittadinanza e coesione sociale; governance ed efficienza della Pubblica amministrazione. “Queste priorità si basano sulle parole coesione sociale e crescita, che cercano di essere tenute insieme dalla parola innovazione – ha commentato Bugli – un’innovazione intelligente, semplice, sostenibile, inclusiva e proattiva”. Un corpo unico, una risposta unitaria che, a suo giudizio, il sistema regionale prova a dare nella fase ancora presente di crisi, “con il suo riverbero forte sull’occupazione e la tenuta sociale, ma anche come occasione per accendere al meglio i motori sussidiari, che ci possano dare lo spunto per uscire dalla crisi ed entrare nella fase della crescita in modo adeguato”.

In tema di coesione sociale, l’assessore ha precisato che, oltre al mantenimento delle misure di sostegno già in essere, verrà rafforzato il campo degli incentivi alle assunzioni e verrà data piena attuazione alla legge regionale 45/2013 a favore delle famiglie con figli e lavoratori in difficoltà temporanea. “Vogliamo garantire il funzionamento dei centri per l’impiego – ha aggiunto – e vogliamo rivedere il sistema della formazione, anche per quanto riguarda il suo modello organizzativo, per renderlo più consono ai nuovi fondi comunitari e più legato ai centri per l’innovazione”.

L’assessore ha assicurato che si continuerà ad investire sulla prima infanzia e sull’infanzia, proseguendo il sostegno all’attività degli enti locali ed all’integrazione con le scuole paritarie. La conversione del decreto ministeriale consentirà, inoltre, interventi sugli edifici scolastici per migliorare gli standard di sicurezza e l’equilibrio energetico.

In sanità saranno introdotti meccanismi per rendere più veloci i pagamenti ai fornitori, sia da parte delle aziende sanitarie che degli Estav, operando con il meccanismo del factoring, in collaborazione con gli istituti di credito. Per quanto riguarda gli investimenti, sono allo studio forme alternative al semplice indebitamento dell’amministrazione, visto il venir meno dei finanziamenti statali.

“Per la crescita riteniamo determinante il superamento del gap infrastrutturale: sistema aeroportuale, porti, Tirrenica, Due Mari, A11, Fi-Pi-Li e Autopalio, Ferrovie, Alta Velocità - ha sottolineato – Su questo i risultati sono evidenti. Bisogna insistere. Ma vogliamo anche giocarci la crescita inserendo un tasso di innovazione”.

Un’innovazione “intelligente”, fatta di saperi e contenuti, con un’attenzione particolare ai giovani laureati e ricercatori, al mondo della cultura, della ricerca e del traferimento tecnologico. Le nuove tecnologie saranno, infatti, al centro della riqualificazione della pubblica amministrazione, della riorganizzazione delle città (smart cities) e del territorio, grazie all’Agenda digitale, come pure del risparmio energetico e dello sviluppo di energie rinnovabili. Saranno riorganizzati i poli dell’innovazione, i distretti tecnologici, gli incubatori. L’inaugurazione della Via Francigena fornirà uno slancio ulteriore al settore della cultura e del turismo.

Un’innovazione “semplice”, fatta cioè di semplificazione delle procedure, grazie all’informatizzazione, di incentivi fiscali per la competitività delle imprese, aiuti in fase di start up, specie innovative, facilitazioni sul credito, con strumenti di ingegneria finanziaria di tipo classico, ma anche mini-bond e microcredito. Tutto questo unito alla necessaria riforma istituzionale.

Un’innovazione “sostenibile” con la tutela della risorsa idrica, la messa in sicurezza idraulica e sismica del territorio, la riqualificazione delle aree urbane. “Sono queste le chiavi di un sistema per nuove occasioni di crescita – ha rilevato l’assessore – Avremo presto la normativa adeguata dalla nuova legge sul governo del territorio, al piano paesaggistico e dei rifiuti, fino al piano ambientale ed energetico”.

Un’innovazione “inclusiva”, perché, come ha sottolineato Bugli, “il Dpu contiene tutti gli interventi necessari per sottoscrivere un nuovo Patto con le forze sociali”, perché “vogliamo crescere allargando la ricchezza sociale”. In questa prospettiva si colloca il nuovo Social Housing, da attivare non solo con risorse pubblice, per rispondere ad una domanda di sociale di abitazioni e per riattivare il mercato delle costruzioni, all’interno del quale potranno svolgere un ruolo anche le associazioni di volontariato e soggetti privati diversi.

Un’innovazione “proattiva” per cercare di anticipare, con risorse proprie, quelle che saranno le nuove politiche comunitarie 2014-2020, creando le condizioni per spenderle prima e meglio.

Bugli ha infine indicato gli indirizzi per la manovra finanziaria, sottolineando che la parte corrente della spesa è di natura incomprimibile ed assorbe la maggior parte del tetto autorizzato dal patto di stabilità. “La spesa corrente soggetta a vincoli vale circa 1,2 miliardi – ha osservato – lo spazio che resta per gli investimenti è di circa 300 milioni”. Per questo la spesa per investimenti dovrà essere finanziata prevalentemente con i fondi comunitari.

 
Rossi: "Serve un piano straordinario per il lavoro"

 

Nella crisi economica che la Toscana vive c'è una difficoltà e una preoccupazione più grossa di tutte e il presidente della Toscana Enrico Rossi non lo nasconde, intervendo nell'aula del Consiglio regionale per illustrare bilancio e Dpef che la giunta sta scrivendo.

Questa difficoltà, "che rischia di essere un punto durevole anche per i prossimi anni, anche in caso di ripresa" - è la disoccupazione: "50-60 mila disoccupati in più che in Toscana in questi anni si sono creati, stabili e prevalentemente giovani".

"La ripresa - ha detto il presidente - non comporterà un immediato aumento dei posti di lavoro. Abbiamo messo in campo il pacchetto 'Toscana solidale', con aiuti per le famiglie e per chi si trova più in difficoltà". "Forse non sarà sufficiente - ha continuato - si tratta di un intervento tampone e forse servirà altro: magari sarà necessario pensare ad un piano straordinario del lavoro, che non vuol dire, sia chiaro, un intervento diretto delle istituzioni sul mercato".

Serve un cambio di passo. La Toscana, tiene a precisare Rossi, in questi anni di crisi non ha comunque avuto un arretramento maggiore di altre regioni. "Anche rispetto a Regioni di riferimento, o almeno tali per parecchi anni - ha sottolineato -, come la Lombardia, il Veneto o l'Emilia Romagna".

Rossi ha nricordato la grande vitalità del settore manufatturiero toscano e del suo export. "Questa Regione - ha aggiunto - è riuscita a stare dentro questa crisi mantenendo un buon livello delle prestazioni sociali e un rigoroso controllo di bilancio".

La prova del nove arriva da prestiti autorizzati dallo Stato per far fronte ai debiti della pubblica amministrazione. "In Toscana - ha spiegato - sono bastati poche centinaia di milioni per rimettere i conti in pari: Regione e Asl non avevano infatti accumulati molti debiti. Per altre Regioni, come la Lombardia, di nuovo, oppure l'Emilia Romagna e il Veneto, sono state necessarie ben altre e più cospicue somme per ben più cospicui interventi".

Poi un auspicio, reiterato. "Se il patto di stabilità sarà riproposto quale oggi è, magari con ulteriori tagli, rischiano di patirne conseguenze le infrastrutture che ancora mancano alla Toscana e che si stanno realizzando. Rischiano di soffrirne la messa in sicurezza del territorio e la qualità ambientale - ha sottolineato il presidente - Sarebbe almeno necessario che Governo e Europa distinguessero tra spesa corrente e spese di investimento. Se sugli investimenti potessimo avere mano libera - ha concluso Rossi -, sulla spesa corrente si potrebbe anche accettare un maggior rigore, se necessario".

 

Rossi:  "Le province vanno superate,  il governo si decida" 

 

Per una maggiore semplificazione ''la prima cosa da fare deve essere quella istituzionale. Continuiamo a parlare di Province ma il Parlamento deve decidersi. Le Provincie vanno superate e poi si proceda a processi di aggregazione tra Comuni''. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in occasione della illustrazione al Consiglio regionale del Dpef 2014. ''La riforma della Pubblica amministrazione - ha sottolineato - passa attraverso anche una riforma istituzionale che si sta impaludando.

Tre livelli locali non reggono insieme, per i costi e per la complessità di competenze e di intrecci. Quindi l'auspicio è che davvero il Governo intervenga''. Il governatore ha poi aggiunto di ''non trovare negativo anche un ripensamento della Regione. Penso a una Regione molto meno stato e più interventista secondo un principio di sussidiarietà e di adeguatezza''.

 

IL DIBATTITO

 

Il capogruppo di Più Toscana, Antonio Gambetta Vianna, ha giudicato positivamente “l’intenzione di presentare il documento definitivo al Consiglio entro il 10 novembre, così da darci il tempo necessario per analizzarlo”. Gambetta Vianna ha poi aggiunto che, “pur consapevoli dei tagli” che hanno colpito la Toscana “il governo regionale ha comunque fatto poco per ridurre le spese improduttive di questo ente, ingessato e bloccato da troppa burocrazia”. E “poco o nulla” la Regione ha fatto “per aiutare le piccole e medie imprese” nonostante i “tanti progetti sbandierati”. Gambetta Vianna ha sollecitato quindi una rivisitazione dei poli di innovazione e delle attività di incubazione, il superamento di un eccessivo “frazionamento di enti e strutture” e il perseguimento della massima semplificazione. Sugli sgravi fiscali per le aziende e la rimodulazione dell’Irap, inoltre, ha proposto di “puntare a dare finanziamenti solo in determinati settori”. Per recuperare risorse “va bene il recupero dell’evasione attraverso gli avvisi bonari” ma bisogna “guardare a realizzare un ente unico regionale per sostituire ‘l’odiata’ Equitalia”. Tra le varie sollecitazioni per rilanciare le politiche infrastrutturali, e quelle ambientali e agricole, Gambetta Vianna ha insistito sulla necessità che si vada al superamento delle Unioni dei Comuni per procedere alle fusioni dei Comuni, “unico strumento per dare risposte concrete ai bisogni dei territori”.

Secondo Paolo Bambagioni (Pd), “il governo della Toscana opera in un quadro complesso e non può certo risolvere i problemi da solo”. Rispetto agli indirizzi del futuro Dpef ha sottolineato che “si dà valore al mondo del lavoro, inteso come imprese e come lavoratori, e questa è una visione di giustizia sociale convincente”. All’opposizione, ricordando che è necessario puntare “sulle politiche del fare”, ha chiesto “di entrare nel merito dei punti dove si può intervenire”, per migliorare l’impatto delle misure regionali, razionalizzare la spesa e puntare all’efficacia e all’efficienza degli interventi regionali. Ricordando, perché “innegabile”, che la Toscana “è più avanti rispetto ad altre realtà”. E a questo proposito ha citato, tra le altre, le politiche adottate sull’immigrazione, la scelta di modulare i ticket sanitari sul reddito dei cittadini e il Progetto GiovaniSì. Infine, dopo aver invitato a mantenere gli impegni assunti sulle infrastrutture, ha sollecitato “la riforma della legge elettorale regionale, il taglio della burocrazia, la semplificazione e la valorizzazione del personale regionale”.

Mauro Romanelli (gruppo Misto) ha esordito citando “i nuovi pesanti tagli alla sanità annunciati in queste ore dal Governo. Si tratta di una logica inaccettabile”. Come inaccettabile, ha aggiunto, “è continuare con la politica delle commesse militari, per cui l’unico ministero che in questi anni non ha subito tagli è quello della Difesa”. Quindi ha dichiarato di “condividere molto della relazione presentata dall’assessore Bugli, anche perché le priorità indicate sono quelle giuste. Tra queste, per me, la prima e più importante è la difesa del suolo, perché bisogna uscire dalla logica dell’emergenza e investire, invece, nella cura del territorio e nella prevenzione dei disastri naturali”. Vista l’importanza strategica di questi capitoli di spesa, Romanelli ha spiegato che “questi investimenti andrebbero tolti dal Patto di stabilità”. Infine, Romanelli ha invitato la Regione a continuare le politiche per fronteggiare le crisi industriali, “anche con la creazione di un’apposita task force per le politiche industriali” e l’impegno contro il crescere della povertà.

 

Un documento “anche condivisibile”, in cui si ritrova un “elenco di quel che è stato fatto, ma non del non fatto o di quello da fare”. Così il capogruppo Udc Giuseppe Del Carlo, che tra i punti “condivisibili” inserisce gli interventi per la “cassa integrazione, il sostegno ai giovani”. Misure che il consigliere definisce “assistenziali” e che quindi “non possono durare in eterno”. Del Carlo ha quindi elencato e ragionato su vari punti richiamati. In tema di “investimenti occorre operare un attento esame se non si riesce a catturare il privato”. Riprendendo l’appunto del governatore Enrico Rossi sulle cartiere di Lucca, il capogruppo ha osservato che “funzionano, ma vanno ad investire all’estero. In questo senso, le responsabilità sono di carattere politico”. “Inutile dire – ha evidenziato – che esistono delle eccellenze in Toscana se poi le blocchiamo”. È dunque un “problema di competitività”, che investe anche gli “incentivi alle assunzioni” e la “promozione dell’internazionalizzazione” nella quale, secondo Del Carlo “non c’è chiarezza”. Da qui “l’invito” alla Giunta per “rivedere le numerose partecipazioni” non solo regionali, ma anche degli enti locali. “Se è vero che non possiamo intervenire direttamente – ha rilevato – è anche vero che possiamo condizionare i trasferimenti nei confronti di enti che non rispettino criteri di economicità e rigore”. Secondo Del Carlo insomma, occorre “metterci le mani per non fermarsi alle enunciazioni”.

Di “trasversalità virtuosa” ha parlato Marco Manneschi (Idv) richiamando le parole del ministro alla Salute Beatrice Lorenzin. “In un’intervista il ministro avvisava che i tagli annunciati saranno lineari, poiché le regioni del centro sud, e non penso ci rientri la Toscana, non possono sopportare ulteriori tagli atteso che già sopportano gravosissimi piani di rientro”. “Abbiamo sempre cercato di governare in modo sobrio – ha osservato – e la stessa minoranza ha sovente affermato che alcuni provvedimenti sono stati positivi. In futuro ci aspettano sfide altissime. Saremo chiamati a prove di coraggio perché nelle parole di Lorenzin ravviso una reiterazione a premiare chi non si è comportato con rigore”. “Capisco l’intrinseca valenza delle affermazioni del ministro – ha continuato Manneschi – ma ci investirà in maniera evidente. La spesa pubblica toscana dovrà essere ricalcolata. Non sfuggiamo all’evidenza che la pressione fiscale è aumentata per scelte nazionali e non certamente regionali”. Se per Manneschi “l’intervento pubblico in economia va evitato”, occorre avere il “coraggio di salvaguardare il sistema sociale premiando il merito che produce ricchezza, lavoro e idee”. In una parola crea “sviluppo”. “Non è possibile accontentare tutti – ha concluso – ma aiutare a sviluppare le potenzialità, come nel caso delle varie fusioni, è nostro compito”.

“Per una volta si sentono interventi duri e decisi su tagli lineari che durano e si susseguono da anni. I giudizi severi sul Governo, rivendicano la capacità di tenuta dei conti, di mantenimento della spesa sotto controllo e di scelte importanti che questa regione ha confermato come il fondo per la non autosufficienza. A giudizi così pesanti, devono corrispondere atti conseguenti”. Così la capogruppo FdS/Verdi Monica Sgherri che come primo atto essenziale individua una “apertura, anche severa e franca, nei confronti del Governo per entrare nel merito di quali tagli fare e quali entrate chiedere e pretendere. Penso al ripristino dell’Imu sulla prima casa per le residenze di lusso”. “Siamo ad una svolta – ha chiarito – perché tutti rischiano di ritrovarsi indifesi per la rimodulazione di enti e istituzioni non più al servizio dei cittadini”. È la “fine del modello del welfare e dello stato sociale”. Se il Dpef è “preso per buono” dalla capogruppo, occorre “mettere più attenzione su politiche di discontinuità. Spendere risorse ingenti su progetti come il sottoattraversamento – ha detto – è una scelta in continuità”. Per Sgherri, punti che dovrebbero essere “assunti come modello di sviluppo sostenibile”, sono individuati nella “filiera del riciclo”, nella “prevenzione della difesa del suolo” e nella “green economy”. “Uno dei punti di malessere più diffuso – ha concluso – è il non sentire legati al territorio gli investimenti portati avanti”.

 

“Pare proprio che sia tutto ma in realtà alla domanda ‘cosa manca’, bisogna rispondere che di quel che servirebbe, data la natura del documento, manca tutto”. Così la portavoce dell’opposizione Stefania Fuscagni che nella lunga lista di assenze, tra cui priorità, linee strategiche, direttrici di crescita, inserisce “soprattutto gli elementi di valutazione reale”. “Così – dice – scopriamo come i centri dell’impiego, che hanno fallito, sono al centro di politiche occupazionali senza una riforma del sistema della formazione professionale e delle politiche del lavoro che pure, sappiamo, non funzionano”.

Se per il portavoce il Dpef è “significativo” – per “due ragioni: è l’ultimo documento di questa legislatura e darà il via sostanziale alla prossima, è anche l’ultimo documento prima dell’applicazione delle nuove norme stabilite dalla legge sulla programmazione” –, il preliminare in discussione “non risente, nemmeno nello spirito, delle ragioni che ci hanno spinto a varare il Dap (documento annuale di programmazione che dal prossimo anno sostituirà il Dpef, ndr). È ancora tutto imperniato nella logica burocratica, astratta, priva di priorità che ha sempre caratterizzati i Dpef”. Per Fuscagni “per com’è fatto, il documento dimostra che la Giunta non sa tenere conto delle indicazioni legislative venute dalla commissione, che ha poi confezionato i punti fermi della riforma sulla programmazione. Ha tutti i difetti del passato e non ha recepito nulla delle migliorie del futuro. È un documento, più che deludente, avvilente”.

Entrando nel merito del documento, la portavoce ha osservato come la “premessa politica a firma del presidente Rossi si basi su un assunto non veritiero. Per anni l’Irpet ha detto che la Toscana è entrata nel vortice della crisi internazionale vivendo già una crisi interna. Una Toscana lenta, falsamente felix, che non aveva prodotto avanzamenti consistenti di benessere diffuso”. “Non è stato marcato nessun obiettivo che determina crescita. Aumenta la fiscalità, l’indebitamento, non diminuisce la spesa pubblica improduttiva, lo smantellamento delle partecipate”, ha continuato Fuscagni che sulla crisi della Provincia di Massa ha osservato quanto “non sia legata al capitalismo che fa acqua, ma al crollo delle politiche sanitarie che in Toscana sono state per anni, e lo sono ancora, motore di un’economia legata al pubblico e non certo al mondo del libero mercato”. Una considerazione che si “dovrebbe fare anche per Siena - ha concluso - che sente il morso della crisi locale per le problematiche legate al trittico che non tira più: banca, sanità, università”.

“La Regione ha dimostrato tenuta e resistenza di fronte alla prolungata crisi e questo anche grazie alla stabilità politica che manca invece al nostro paese”. Così ha esordito Rosanna Pugnalini (Pd), convinta che il Dpef abbia gli elementi per accompagnare da un lato la tenuta e dall’altro la ripresa, che si presenterà lenta ma di cui si intravede qualche elemento. “L’importante è che la risposta di tutto il sistema regionale che accompagna le scelte sia una risposta unitaria – ha sottolineato – chiamata ad agire su due fronti: la domanda interna e l’internazionalizzazione, tenendo sempre unite due cose, il supporto alla crescita e alla tenuta sociale”.

Secondo Nicola Nascosti (Pdl), “nel Dpef ci sono alcune cose irrisolte, ad esempio in tema di gestione rifiuti o servizio idrico, ma ci sono anche alcuni aspetti interessanti, in particolare la risposta innovativa al patto di stabilità e i mini bond per andare incontro ai territori”. In materia di sviluppo e innovazione della finanza locale, come volano per l’economia, il consigliere ha affermato di non veder declinato tale aspetto “nella nuova legge 1”. Inoltre, sulla pressione fiscale, ha invitato ad “avere più coraggio nei confronti delle imprese”. Nascosti ha infine concluso il proprio intervento ricordando due mozioni, una sull’applicazione della legge 35 del 2000 e l’altra sul sistema cartario toscano.

Per Marina Staccioli (FdI) “il Dpef dovrebbe andare nella direzione concreta, evitando i proclami di aiutare le imprese e incentivare il lavoro, ma i dati raccontano ben altro”. La disoccupazione in Toscana dal 5,7 per cento del 2010 è schizzata al 9,7 del primo semestre 2013, per non parlare di quella giovanile – attestata intorno al 29 per cento – con punte del 64 e del 41 rispettivamente a Massa e Prato. E ancora: oltre 3mila 300 aziende sono fallite negli ultimi tre anni; la produzione industriale manifatturiera è calata del 4 per cento nel primo semestre di quest’anno; oltre 100mila toscani vivono grazie alle mense di carità. “Investire in Toscana è più complicato di quanto si possa credere – ha affermato – occorre riacquistare competitività e rivedere anche enti come Toscana Promozione”.

Ivan Ferrucci (Pd), invitando anche a tener conto della manovra finanziaria che si sta decidendo in queste ore e che ci riguarderà come Regione, si è soffermato su due questioni, “che dimostrano la capacità politica che stiamo mettendo in campo in questi anni”. Il consigliere ha parlato quindi della riorganizzazione del sistema istituzionale, con l’impatto non secondario della costituzione dell’area metropolitana, e quindi della riforma della pubblica amministrazione. L’altro aspetto riguarda invece la competitività del sistema economico, e quindi anche la necessità di un momento di riflessione sui settori che stanno rispondendo meglio alla crisi”. “Il Documento presentato è punto di riferimento importante – ha concluso – per il lavoro del prossimo anno”.

Marco Taradash (PdL) ha invitato a guardare la Toscana attraverso i documenti internazionali, che parlano di una “Regione in profonda crisi”. Solo alcuni dati: nel rapporto europeo su competitività e efficienza la Toscana è al 160° posto su 262; le imprese toscane per preparazione tecnologica sono al 219° posto; per non parlare del mercato del lavoro. Secondo il consigliere “c’è qualcosa di fondo che non va: la Toscana si differenzia per passione post-comunista e cultura politica economica opposta al liberismo, questa è la ragione dello sprofondare della Toscana”. Da qui l’invito a prendere atto di una “impostazione politica sbagliata”. “C’è bisogno di libertà nell’economia e di efficienza nell’istituzione regionale, per passare dalle promesse ai fatti”.

Stefano Mugnai (PdL) ha optato per un intervento metodologico, richiamando alla necessità di confronto – all’interno del Consiglio regionale – non solo sulla modifica complessiva della legge 40 ma soprattutto sull’atto principe in materia sanitaria: “Andare all’approvazione di un maxi emendamento al piano sanitario e sociale integrato equivarrebbe a sterilizzare il dibattito su una materia così delicata e così importante”. “Vorrei sapere se faremo una discussione seria sulla sanità in Consiglio – ha domandato Mugnai – o ci limiteremo a prendere atto delle decisioni della Giunta”.

 

Il dibattito è continuato con l’intervento di Marta Gazzarri, capogruppo Idv, che ha esordito facendo una distinzione “fra la cultura liberista e quella liberale”, affermando che “le due cose non sono uguali” e che “in Italia purtroppo abbiamo avuto una cultura liberista”. Sul documento, invece, la Gazzarri ha espresso un “giudizio positivo”, perché “la logica che lo sottintende è quella che ci permette di continuare a stare nelle posizioni più alte nella graduatoria del benessere in Italia”. Secondo la Gazzarri, infatti, “nonostante la crisi, che ha aumentato la forbice delle ingiustizie sociali e della disuguaglianza, alimentando anche una certa sfiducia nella politica e nelle istituzioni, la nostra Regione negli ultimi anni ha fatto scelte importanti per i giovani, per le imprese e la coesione sociale”. Ha quindi sottolineato: “Siamo tuttavia consapevoli che serve fare di più e ci adopereremo affinché la Toscana impegni risorse anche comunitarie per aumentare la ripresa economica”.

Gabriele Chiurli, Gruppo misto, ha commentato: “Le priorità sono le stesse da sempre. Oggi abbiamo scoperto che le priorità della Regione non sono cambiate di una virgola. Le strade da completare sono le stesse, così come le ricette per far crescere e consolidare le imprese, che fin qui si sono rivelate tutt’altro che efficaci”. Chiurli ha quindi menzionato il “caso Massa Carrara”, precisando che “in tre anni abbiamo fatto tre atti, con il risultato che sono passati anni di stallo per centinaia di ex lavoratori ormai fuori da qualsiasi ammortizzatore sociale”. E ha aggiunto: “Si parla di proseguire nell’attività di attrazione degli investimenti stranieri. Ma di quali investimenti parliamo? Non c’è uno straccio di dato su questo. Parliamo di export, dicendo che la Toscana deve puntare all’esportazione per i settori storici dell’artigianato e dei prodotti locali. Ma con quali infrastrutture? Sono almeno vent’anni che si sente parlare di adeguamento della Fi-Pi-Li o della Firenze-Siena, della Grosseto-Fano o della terza corsia autostradale. Quanti Dpef dovranno passare prima che si riesca a realizzare almeno la metà delle cose che ogni anno ci ripromettiamo?”.

Secondo il capogruppo Pd, Marco Ruggeri, “oggi abbiamo scritto e commentato una pagina positiva”. La discussione “è entrata nel merito delle cose”. Con tutto ciò, secondo Ruggeri, vi sono alcuni punti su cui soffermarsi. La chiave di questo Dpef è “creare spazi per nuove opportunità di lavoro”. Si tratta del punto fondante del documento, a giudizio del capogruppo, ed è anche posto come problema nella risoluzione allegata. Ma non è l’unico aspetto da sottolineare. Ruggeri, in Aula, ha evidenziato in particolare le problematiche della sanità connesse alla crisi economica in atto: “Se passa la linea di ulteriori tagli al sistema sanitario, non saremo più in grado di garantire un adeguato servizio neppure in Toscana”. E in relazione a questo aspetto, ha chiosato sulla necessità di rivedere, in senso migliorativo, il piano socio-sanitario integrato.

Paolo Enrico Ammirati, Pdl, ha esordito affermando che, leggendo il documento, non si capisce “di quale Toscana si parli”. Nel Dpef, infatti, “non ci sono segni concreti per un’inversione di tendenza”. Per Ammirati, in realtà, occorrerebbe un cambio di rotta e soprattutto di politica. Invece, negli ultimi anni, secondo lui le tasse regionali sono aumentate così come è aumentata la spesa pubblica e l’indebitamento. “Come si fa dunque a dare un voto favorevole?”, ha chiosato. Ammirati ha quindi annunciato che il suo giudizio negativo sarebbe valso anche come dichiarazione di voto del suo gruppo.

Prima della replica della Giunta ha chiuso il dibattito l’intervento del consigliere Marco Carraresi, Udc, secondo cui “la partita di questo Dpef è legata a complesse vicende”, che “principalmente riguardano la sanità e la sostenibilità economica del sistema toscano”. A proposito di questi aspetti, secondo Carraresi, “una nuova governance rappresenterebbe il passaggio fondamentale per il miglioramento complessivo del sistema” ma di questo “purtroppo non vi è traccia se non in termini assolutamente generici nel documento”.

“Con il documento preliminare, se si vuole, si possono fare passi avanti, perché i tempi lo consentono”. L’assessore alla presidenza, Vittorio Bugli, replica a conclusione del lungo dibattito che ha impegnato l’aula sugli indirizzi complessivi di politica economica per il 2014, ricordando a tutti che comunque la Toscana “è in media” con le regioni di riferimento, e che anzi questo è un effetto della manovra dell’anno scorso, perché sino ad allora la tassazione, in Toscana, era più bassa. Considerazioni anche sul debito effettivamente contratto - “veniamo dopo Lombardia, Emilia, Veneto” – e su alcune delle principali scelte perseguite, come quella di ridurre, molto sensibilmente, la spesa di funzionamento. D’altra parte i conti con il patto di stabilità pesano molto, perché su “700 milioni che saremmo in grado di investire, non possiamo andare oltre 150”.

L’assessore richiama, tra l’altro, anche la decisione di alienare gli immobili di proprietà della Regione, che fa i conti con le difficoltà di mercato.

Il dibattito in aula ha aperto numerosi aspetti sui quali, ripete Bugli, si può discutere, come ad esempio per le riforme istituzionali.

 

Magnolfi (PdL): "I fatti parlano chiaro: in quattro anni di governo Rossi le tasse regionali sono aumentate come la spesa pubblica e l’indebitamento. Serve un cambio di rotta e, soprattutto, di cultura politica"

 

“L’auto-celebrazione, sempre ben acconciata dalla Giunta regionale, non riesce ormai a nascondere i fatti concreti. E in Toscana i fatti parlano chiaro: in quattro anni di gestione Rossi la pressione fiscale regionale è aumentata. Nonostante le misure correttive imposte dallo Stato, non si è arrestata, ma anzi ha subito un’accelerazione la dinamica espansiva della spesa corrente. Spesa ritenuta dall’Assessore Bugli incomprimibile ma che, invece, a nostro parere ha la necessità di una forte riorganizzazione ed una razionalizzazione per liberare risorse da destinare all’abbassamento delle imposte regionali.

Ma i dati parlano anche di un indebitamento crescente, di una gestione del patrimonio immobiliare regionale che segna il passo, di una progressiva e pesante «invasione» della Regione nella realtà economica regionale con “spreco” di risorse preziose in pseudo-salvataggi di aziende prive di sbocchi e possibilità. Interventi che, troppo spesso, si sono rivelati dei veri  e propri disastri per le casse regionali.

Ma le difficoltà al cambiamento sono all’interno della sua maggioranza, come si vede dall’impostazione datata del DPEF 2014 con temi tradizionali e inidonei ad agganciare il treno della ripresa”.

 

Parole chiare e nette quelle utilizzate dal Presidente del Gruppo regionale PdL Alberto Magnolfi durante di lavori del Consiglio regionale sul Documento di Programmazione Economica e Finanziaria (DPEF) della Regione per l’anno 2014.

 

“Maggiore onesta intellettuale servirebbe anche nell’analisi delle politiche economiche per le aziende toscane viziate da input assistenziali che, ormai, anche la stessa Confindustria contrasta apertamente e pubblicamente. La logica di dare poco a pochi non tiene più. Oggi - attacca Magnolfi - in una contingenza estremamente difficile, è strategico destinare queste risorse a sostegno del lavoro e quindi per aiutare tutta (e nono solo una parte) l’impresa toscana.

Poi c’è la grande partita dell’Europa ad iniziare dal blocco di oltre 80 milioni di euro e dall’assenza di una normativa che consenta di regolare i rapporti Regione Toscana-Commissione europea in modo che la Toscana possa divenire a tutti gli effetti partner consultivo delle Istituzioni comunitarie. L’assenza di questa normativa (in ciò la Toscana è maglia nera in Italia) relega di fatto la Toscana in una posizione passiva di semplice destinataria delle decisioni altrui.”

 

“Di fronte a queste realtà non è possibile continuare a nascondere la testa sotto la sabbia dell’auto-incensamento. Al contrario serve un’inversione di rotta: nuove politiche economiche a sostegno dell’impresa tutta, blocco del trend espansivo dell’indebitamento con un attendo discernimento della spesa storica e una revisione delle norme che regolano il contatto tra le Istituzioni regionali - Giunta e Consiglio - e le categorie economiche toscane.

Da questo bisogna ripartire per dotare la società toscana degli strumenti necessari per agganciare una possibile futura ripresa. Strumenti - ha concluso il Presiedente Alberto Magnolfi - che oggi la Toscana non ha assolutamente.”

 

Sgherri:”bene la critica alle politiche nazionali, ma aprire un "conflitto" col governo  e, a livello regionale, più determinazione per un modello di sviluppo sostenibile che abbia al centro le ricadute occupazionali delle scelte fatte”

 

Preliminare al dpef regionale oggi in aula. “verba volant scripta manent”: quanto affermato dal presidente Rossi nell’introduzione al documento marca di fatto la necessità di una forte discontinuità nelle politiche seguite a livello nazionale ed è certo condivisile (come non condividere ad esempio il giudizio negativo sui “tagli lineari indiscriminati sulla spesa pubblica” subiti dalla Toscana – pag. 4 del documento – oppure la critica al cosiddetto “liberismo compassionevole”?). L’attacco alle politiche d’austerità, ai loro effetti iniqui, ingiusti e recessivi è da tempo alla base della nostra politica e della nostra profonda critica ai governi tecnici e di larghe intese, che per altro lo stesso presidente politicamente sostiene.

A tal proposito dobbiamo essere chiari: la situazione attuale non è sostenibile nel medio periodo. La Regione, tutte le Regioni, rischiano di essere stritolate tra i tagli statali e i crescenti bisogni sociali della popolazione, rispetto ai quali quindi anche la Toscana ha risposto con provvedimenti importanti ma di natura tampone e o emergenziali. La critica alle politiche di austerità europee e nazionali deve dunque farsi azione concreta di cambiamento o resterà sterile.  I tagli a Regioni ed Enti Locali stanno diventando sempre più intollerabili e insostenibili: taglio dopo taglio si sta smantellando radicalmente lo stato sociale e il sistema sanitario nazionale di natura universalitstica. Non basta quindi gestire le priorità, mitigare i tagli, insomma tamponare la situazione: proprio alla luce della critica – sopra ricordata, nell’introduzione –  e dal severo giudizio sulle politiche nazionali è necessario aprire un confronto serrato se non proprio un vero e proprio conflitto con il Governo in merito a come reperire le risorse (è l’ora di un cambio radicale su questo, quindi tassa patrimoniale, reintroduzione dell’IMU sulle abitazioni di lusso, ecc. sulla falsariga del “chi più può più paghi”) e su quali tagli fare (ad esempio le spese militari). Soprattutto a partire dal nuovo ciclo di programmazione regionale, la discontinuità deve emergere più chiaramente anche a livello regionale portandoci a promuovere politiche di “altro respiro” come ad esempio nel contribuire a dirottare le risorse del sottoattrraversamento TAV di Firenze verso una grande opera – come abbiamo sempre sostenuto - di modernizzazione ed efficientamento del trasporto ferroviario regionale.

In conclusione, nonostante le stringenti difficoltà che permangono, apprezziamo il convinto sostegno regionale alle fasce sociali più colpite della crisi (giovani, donne, disoccupati, cassaintegrati, precari ecc). Per il futuro, maggiori investimenti di intelligenze e risorse su green economy, prevenzione a tutela del territorio, mobilità alternativa, filiera del recupero e riciclo sono le leve per uscire dalla crisi con un modello di sviluppo sostenibile e durevole, modello che andrebbe promosso e sostenuto con ancora maggior determinazione.

 

Gambetta Vianna: “Sensazione di documento privo di contenuti e poco concreto”

 

«La sensazione che ho è che questo documento sia come un brutto romanzo con la trama prevedibile che si articola attraverso tante parole che non lasciano il segno. Mi sembra in Regione si pensi troppo ai libri dei sogni e ben poco alle certezze e alle cose concrete. Questo documento mi sembra, quindi, privo di contenuti e poco concreto». È quanto afferma il consigliere regionale di Più Toscana, Antonio Gambetta Vianna, intervenendo in Aula sul “Documento preliminare unitario DPEF 2014, legge di bilancio di previsione 2014 e pluriennale 2014-2016, legge finanziaria 2014 e leggi collegate”.

«Da parte della Regione – afferma Gambetta Vianna – è stato fatto ben poco per aiutare le piccole e medie imprese toscane. Sono stati tanti i progetti sbandierati che alla fine, però, non si traducono mai in aiuti reali alle aziende. Infatti, sono le imprese a rimetterci per il troppo frazionamento di enti e strutture ed il quadro poco chiaro su chi faccia cosa e quante siano le risorse allocate. Proprio per questo è necessario semplificare e razionalizzare le strutture che fanno da filtro tra il pubblico e il privato».

Per il leader di Più Toscana in Consiglio regionale, «forse è giunto il momento di ripensare alla politica dell’Irap, magari portando questa imposta ai minimi termini. Penso che un imprenditore preferisca pagare meno tasse piuttosto che impelagarsi burocraticamente per arrivare ad ottenere un finanziamento messo a disposizione dalla Regione».

 

I sette punti di Del Carlo (UDC)

 

Sette punti per rilanciare l’economia e per dare una spinta innovativa e riformatrice alla Toscana, per superare una crisi che oramai investe tutti gli ambiti: dal sociale al lavoro, dall’istruzione alla formazione per arrivare alle politiche abitative e ai rifiuti. Sono quattro le aree tematiche contenute nella risoluzione e collegate al Dpef 2014  che, secondo il gruppo dell’Udc in Consiglio regionale, andrebbero affrontate con urgenza.

Politiche sul Lavoro

In considerazione delle risorse, sempre minori, per la copertura della cassa integrazione in deroga, secondo il capogruppo Udc, Giuseppe Del Carlo, “andrebbe riorganizzato, a livello regionale, un sistema degli ammortizzatori sociali che gravino di meno sul bilancio pubblico e attivato un nuovo servizio per l’impiego e il ricollocamento nel mondo del lavoro con un servizio di assistenza per la ricerca di una nuova occupazione che coinvolga tutti i soggetti interessati. Ma gli impegni sono insufficienti se poi non si traducono in sbocchi nel mondo del lavoro. Perché il problema fondamentale è che non solo non attraiamo investimenti ma costringiamo le aziende alla delocalizzazione”.

Servizi educativi e scolastici

“Bisognerebbe prevedere – ragiona Del Carlo – apposite risorse da assegnare alle famiglie attraverso un sistema di voucher per alimentare la libera scelta educativa. Ci pare importante, inoltre, aumentare l’offerta educativa motorio-sportiva per andare incontro ai ragazzi e per prevenire i rischi della salute”.

Politiche dei rifiuti

“basta penalizzare le aziende del territorio, oggi costrette a portare i residui di lavorazione a centinaia di km con costi altissimi”. Secondo il capogruppo Udc “si deve implementare un servizio che porti ad aumentare sensibilmente la raccolta differenziata e realizzare efficienti e moderni impianti di termovalorizzazione per disincentivare la crescita del sistema discariche”.

Politiche territoriali

Positiva la salvaguardia del territorio ed il paesaggio con la promozione il riuso e la riqualificazione dell’urbanizzazione esistente, ma, dice l’esponente centrista, “consideriamo negativo il blocco completo e assoluto di nuove edificazioni che potrebbero paralizzare l’attività edilizia e gli investimenti già programmati. Secondo noi – sintetizza Del Carlo – bisognerebbe ridimensionare il ruolo predominante della giunta regionale rispettando l’autonomia degli enti locali”.

Politiche abitative e Sostegno alle famiglie

Di fronte alle nuove emergenze e povertà bisogna studiare un’offerta di sostegno che vada incontro alle esigenze dei nuclei familiari in difficoltà. Condivisibili – si afferma nella risoluzione dell’Udc – gli interventi a sostegno delle famiglie e degli anziani, e dei nuclei con disabili a carico. “Si chiede, inoltre, un impegno certo per ogni figlio nato, adottato o collocato in affido e per le famiglie con tre figli a carico”.

Partecipate

“In una situazione di crisi – termina Giuseppe Del Carlo – auspichiamo che la Giunta Rossi voglia rivedere l’assetto complessivo della Regione nelle partecipate vendendo quote o uscendo dalle società anche per favorire l’arrivo di capitali privati”. Ma è prioritario anche rivedere le partecipate di Comuni e province: “Mettiamo le mani in questa giungla di società, consorzi ed enti, altrimenti la Giunta blocchi i trasferimenti”.

 

Romanelli (SEL): “Dalla Toscana segnali di civiltà con investimenti nel sociale, nella difesa del suolo, nell’economia verde e innovativa, nell’agricoltura”. “Dobbiamo fronteggiare insieme gli sciagurati attacchi del Governo alla Sanità”.

 

 

Si è tenuta nella seduta odierna del Consiglio Regionale della Toscana il dibattito sull’informativa della Giunta riguardo al documento preliminare unitario DPEF 2014, la legge di bilancio di previsione 2014 e pluriennale 2014-16 e la legge finanziaria 2014.

 

“La discussione che affrontiamo oggi – dichiara Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà – avviene mentre arrivano gli annunciati, pesanti, tagli alla Sanità del Governo Letta”. “Sulla Sanità, come giustamente denunciato dal Presidente Rossi, si continua a fare cassa, ormai non si tratta neanche più di cosiddette “razionalizzazioni”, ma di un inaccettabile abbassamento dei livelli di assistenza, di una rinuncia del pubblico a favore del privato, il tutto a scapito della missione universalistica che dovrebbe avere nella civile Europa il servizio sanitario nazionale. Già ora sono clamorosi i dati di quanti italiani rinunciano a curarsi perché non possono permetterselo, mentre contemporaneamente sempre più persone benestanti, dovendo pagare ticket molto alti, si spostano comprensibilmente sul privato”.

 

“Per noi non sarà accettabile che in Toscana si vada verso un sistema sanitario pubblico per i poveri e privato per i ricchi, magari sostenuto dal sistema delle assicurazioni private”.

 

“Le politiche di questo Governo delle larghe intese sono scandalose, non si prova neanche più a fare una minima, decente programmazione, ma si taglia linearmente colpendo i più deboli. Ci chiediamo d’altra parte cosa dovevamo aspettarci da un Governo che evita accuratamente di toccare grandi redditi e grandi patrimoni, che toglie l'Imu dalle ville di lusso, che firma miliardi di euro di spese militari di nascosto dal Parlamento. Un Governo dove son ben rappresentati gli alfieri di Sanità e Scuola private, da Formigoni a Lupi, passando per Fioroni e Renzi”.

 

“In questo quadro non posso quindi che condividere gli interventi illustrati nella relazione dell’Assessore Bugli e le priorità indicate per la Toscana, dove gli investimenti sono la via maestra per risparmiare in futuro”.

 

“La difesa del suolo dai rischi idrogeologici deve essere messa al primo posto, e la risoluzione di accompagnamento della maggioranza lo indica con chiarezza”.

 

“Sempre la risoluzione della maggioranza indica come chiare priorità gli investimenti per la “green economy”, in particolar modo su efficienza energetica e sistemi di accumulo, ma anche lo start up del sistema industriale del riciclo, affinchè la raccolta differenziata dei rifiuti abbia uno sbocco e non sia vana, e poi l’allargamento della platea degli operatori geotermici, per superare monopoli e migliorare le tecnologie, il finanziamento della Legge sull’amianto, gli stanziamenti d’emergenza per la lotta alla povertà, il proseguimento dell’ottimo programma “Giovani Sì”, così come dei progetti legati al supporto dei nuovi agricoltori”.

 

“Certamente, continuiamo a pensare che alcuni progetti infrastrutturali, come TAV e Tirrenica, o gli assi viari di Lucca, sarebbero da cancellare completamente, e questo noi continueremo a dirlo a prescindere da ogni compatibilità di maggioranza, così come si deve decisamente fare un passo avanti nella capacità di fare politica industriale, di elaborare e pianificare meglio gli scenari futuri per far fronte alle continue crisi industriali”.

 

“Certamente, però, la differenza col Governo nazionale è evidente, e gli attacchi al liberismo e alle politiche di austerity contenute nella relazione iniziale del Presidente Rossi non possiamo che condividerle. Certamente ci fa onore di essere una delle Amministrazioni con minori costi e privilegi della politica nel quadro nazionale” – conclude Romanelli.

 

Russo (Cd): urgente un intervento strutturale sulla ferrovia Viareggio-Lucca-Pistoia-Prato-Firenze

 

"La linea ferroviaria Viareggio-Lucca-Pistoia-Prato-Firenze versa in condizioni disastrose. Nonostante i lavori per il raddoppio della tratta Pistoia-Montecatini sarebbero dovuti già partire quest'anno, niente ancora è accaduto per alleviare i quotidiani disagi di un'utenza pendolare che è tra le più importanti di tutta la Regione Toscana. Per questo, stamani, in occasione della discussione in Aula del documento preliminare al DPEF 2014, ho presentato una mozione per sollecitare la Giunta a intervenire tempestivamente per sanare questa grave situazione di disagio". Lo scrive, in una nota, il Consigliere di Centro Democratico, Rudi Russo, che questa mattina ha presentato una mozione, approvata a larga maggioranza dal Consiglio, che impegna la Giunta regionale, come si legge nel testo, "ad assumere concrete e puntuali azioni di esecuzione del piano d'intervento già nelle prossime proposte di legge di bilancio di previsione 2014 e pluriennale 2014-2016, a fornire un dettagliato scadenziario dei lavori e a richiamare il Governo italiano alle proprie responsabilità rispetto agli impegni di cofinanziamento".

"Il DPEF 2014 delinea una complessiva strategia di crescita e sviluppo per la Regione Toscana - spiega Russo - ma non possiamo permettere che questa snobbi le esigenze di una migliore mobilità di migliaia di cittadini. Infatti, da quanto è dato leggere nel documento preliminare, pochissima attenzione è dedicata alla rete ferroviaria regionale dedicata al trasporto delle persone. Molto si parla di TAV, ma nulla o quasi si dice sugli interventi programmati a favore del servizio ferroviario regionale, specie per quelle tratte interessate dal maggior flusso di lavoratori e studenti pendolari come la Viareggio-Firenze".

"La tratta in questione, come è noto, presenta fortissime criticità, specialmente in termini sia di puntualità sia di soppressioni, che vedono la Viareggio-Firenze come la peggiore di tutta la rete regionale", conclude Russo. "E' necessario dare immediate risposte alla cittadinanza se davvero vogliamo disegnare per la Toscana un futuro all'insegna della mobilità sostenibile".

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