
Gian Luca Lazzeri
Il consigliere regionale commenta la sforbiciata in vista fondo nazionale: "L'ipotesi è di 200 milioni"
«Contro la politica dei tagli lineari imposta dal Governo e che penalizza la sanità Toscana rendendo uguali sia le regioni più virtuose che quelle più spendaccione bisogna avere il coraggio di introdurre il cosiddetto principio dei costi standard. Ovvero erogare alle Regioni le risorse del fondo sanitario nazionale in base a un criterio che vuol dire finanziare le prestazioni sanitarie necessarie secondo un costo che non è quello storico ma quello quantificato in maniera standard in tutto il territorio nazionale». È la dichiarazione del consigliere regionale di Più Toscana e membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri, che commenta l’ipotesi ventilata dal Ministero della Salute di 3,5 miliardi in meno da destinare al fondo sanitario. Un taglio che per la sanità toscana potrebbe voler dire 200 milioni di euro in meno.
«Questo vuol dire – sottolinea - che se serve una siringa il fondo sanitario nazionale eroga la stessa cifra per tutti e non un euro per la Toscana e 5 per un'altra regione, magari del sud. Il tagliare invece in maniera indistinta come ha fatto il Governo e come si annuncia vorrà fare pone sullo stesso piano regioni che hanno cercato di essere vituose e quelle che non lo sono "manco per niente". Credo che, come sostiene Marroni, non siano più sostenibili ulteriori diminuzioni dei trasferimenti da parte dello Stato, e che già ad oggi hanno sicuramente influito sulla qualità dei servizi sanitari resi. L’assessore Marroni deve però capire che l’attuale contesto impone una riorganizzazione del sistema sanitario che non colpisca solo i posti letto o l’erogazione delle prestazioni ma, per prima cosa, la governance. I cui numeri si traducono a luglio 2013 in 21 direttori generali e altrettanti direttori sanitari amministrativi senza considerare le duplicazioni di settori e servizi per ciascuna dei 21 principali enti di cui è composta la sanità toscana. Una riorganizzazione che deve partire anche dal comparto amministrativo oggi diviso in 185 dirigenti con 4817 dipendenti. Numeri pressoché invariati nell’ultimo biennio dove però si è registrato un calo quasi unicamente di personale medico infermieristico e operatori socio-sanitari.
Se prendiamo la situazione al 31 luglio 2013 vediamo che i dipendenti a tempo indeterminato nonché con altre forme di incarico è passato da 54.170 persone a 54.204. Le categorie che hanno visto maggiormente ridotto il proprio organico sono state il personale medico ma soprattutto infermieristico. Sostanzialmente invariate tutte le altre categorie. Se consideriamo il solo personale a tempo determinato e tempo indeterminato abbiamo un incremento dei primi sette mesi dell'anno di 76 unità. Più volte abbiamo chiesto a gran voce una sola Estav, una riduzione delle Asl e una centralizzazione delle attività non sanitarie oggi frazionate fra Ispo, Fondazione Monasterio, Estav e presidi ospedalieri. Il personale amministrativo deve essere riportato all’interno delle Estav e lì offrire un servizio omogeneo ad ogni Asl».
Fonte: Gruppo Più Toscana - Toscana Consiglio Regionale
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