
Sotto accusa l'Unione Valdera, che ha indetto un bando ad anno educativo avviato per rinnovare la gestione del servizio. "Così bimbi di uno e due anni appena inseriti a gennaio torneranno a scuola e ci troveranno davanti degli sconosciuti". Accuse anche all'amministrazione comunale. Intanto è stato deciso di sospendere i pagamenti delle rette
Sono molto arrabbiati i genitori dei bambini che frequentano l'asilo nido 'La Coccinella' di Santa Maria a Monte. Sul banco degli imputati l'Unione dei comuni della Valdera, che secondo i genitori ha indetto ad anno educativo avviato un bando di gara per la gestione dell'asilo con il risultato che al rientro dalle vacanze natalizie, il prossimo 7 gennaio, bambini di uno o due anni appena inseriti rischiano di trovarsi davanti degli sconosciuti.
I genitori, 26 su 28 di quelli che hanno figli che frequentano 'La Coccinella', hanno già scritto all'Unione Valdera per far valere le proprie ragioni (Lettera genitori all' Unione Valdera), annunciando che hanno già sospeso i pagamenti delle rette e che se il bando non verrà annullato il 7 gennaio occuperanno la scuola. Non mancano le accuse anche nei confronti dell'amministrazione comunale di Santa Maria a Monte.
Gli stessi genitori hanno poi inviato a gonews.it un comunicato stampa che riportiamo di seguito:
Se non fosse stato per la correttezza e la responsabilità delle educatrici, il 7 gennaio saremmo andati a portare i bimbi a scuola e avremmo trovato degli sconosciuti. L’Unione Valdera, senza comunicare nulla alle famiglie, né prima, né durante né dopo, ha infatti indetto una gara per l’affidamento del servizio ad anno scolastico iniziato (novembre, per la precisione), quando i bambini erano ancora nella delicata fase d’inserimento, che dura dai sette ai dieci giorni per ciascuno, se tutto va bene. Fase in cui, oltre a prendere confidenza con l’ambiente e con le nuove abitudini, imparano prevalentemente a conoscere e a fidarsi di figure nuove, esterne al nucleo familiare. Sì, perché parliamo non di scuole elementari, e neanche di scuole materne. Stiamo parlando di bimbi di uno o due anni, che camminano a stento e che con grande fatica, e molto spesso a malincuore, affidiamo a terzi (osservandoli con cura!) affinché se ne prendano cura durante la nostra assenza.
L’Unione giustifica l’inqualificabile gesto scaricando la responsabilità sul Comune, o meglio sul vuoto istituzionale dovuto al cambio di amministrazione della scorsa primavera, periodo nel quale doveva essere indetto il bando per l’inizio dell’anno scolastico. Non volendo entrare nel merito, anche se qualcosa ci sarebbe da dire: possibile che nessuna delle due amministrazioni, la nuova e la vecchia, si siano assunte la responsabilità di firmare un documento “di prassi” come questo!?, e concedendo all’Unione Valdera l’impossibilità di muoversi diversamente, bastava inserire nel bando una comunissima clausola, di prassi in questi casi, che obbligasse la nuova cooperativa alla totale riassunzione del personale in servizio. Cosa che avrebbe assicurato la “continuità educativa” che l’Unione stessa individua come il secondo dei nove “Principi di riferimento” per l’educazione della prima infanzia nel Regolamento per il diritto all'apprendimento ad ogni età approvato con deliberazione del Consiglio n. 2 in data 15 marzo 2010 e a cui peraltro il capitolato della gara si riferisce.
E quello sopra citato non è l’unico articolo del Regolamento cui l’Unione stessa è andata contro. Nello stesso documento normativo si legge, infatti, che: “L’Unione Valdera assicura il coordinamento pedagogico della rete dei servizi educativi comunali e privati accreditati per la prima infanzia, istituendo il Coordinamento pedagogico unitario della Valdera, il quale verifica il progetto educativo e organizzativo dei servizi educativi pubblici e privati presenti sul proprio territorio, il loro reciproco raccordo e il loro inserimento nella rete delle opportunità educative offerte ai bambini e alle famiglie, secondo principi di coerenza e continuità degli interventi e di omogeneità ed efficienza organizzativa e gestionale”.
Ma la cosa peggiore è la totale mancanza di comunicazione alle famiglie del bando, prima, e dei risultati, poi. Anche su questo l’Unione contravviene al proprio Regolamento, nel quale è invece scritto nero su bianco l’impegno con i cittadini a “garantire a tutte le famiglie potenzialmente interessate una informazione capillare sui servizi attivi” al fine di “verificare in modo continuo la corrispondenza fra domanda e offerta di servizi”. Sempre nello stesso, si legge inoltre che: “Gli organismi di partecipazione delle famiglie, per iniziativa propria o su richiesta del soggetto gestore, esprimono pareri sui diversi aspetti legati al funzionamento dei servizi, ivi comprese le possibili ulteriori direzioni lungo cui sviluppare le politiche di intervento nel settore dei servizi educativi per l'infanzia”, pareri che non è stato possibile esprimere per via dell’assordante silenzio che ha caratterizzato tutta l’operazione.
Nonostante la formale richiesta di noi genitori di annullare un provvedimento in palese violazione alla normativa di riferimento appena citata, l’Unione sta delegando ad un potenziale accordo tra la nuova e la vecchia cooperativa la “continuità educativa” che come ente è invece obbligata ad assicurare!
Una cosa è certa: noi genitori riteniamo questo provvedimento lesivo del benessere dei nostri bimbi e abbiamo scritto una lettera all’Unione firmata da 26 genitori su 28. In via cautelativa abbiamo intanto sospeso il pagamento del servizio, ma in caso di cambio del personale siamo disposti anche ad occupare la scuola, oltre a procedere per vie legali, nell’interesse dei nostri bimbi prima e della giustizia poi.
Nel frattempo l’ambiguo Comune, che a parole si dice solidale con noi, di fatto resta a guardare...
I genitori dei bimbi del Nido Comunale La Coccinella Santa Maria a Monte
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