Donare gli organi significa salvare una vita umana

il dottor Tommaso Burchietti e l'infermiere Emanuele Ginori

La donazione di organi e tessuti è uno dei temi più delicati nella medicina, un argomento che richiede cultura, sensibilità, professionalità. Nella nostra azienda sanitaria l'argomento viene affrontato con l'importanza che merita e non a caso al vertice dell'organizzazione che cura questo settore in fatto di organi, tessuti e cellule ci sono un medico, il dottor Tommaso Burchietti, un infermiere, Emanuele Ginori e molti loro colleghi. Mentre la medicina fa passi da gigante sulla materia, lo sforzo di questi professionisti è tenerle testa, riuscire cioè a portare avanti l'altro tema fondamentale che è quello della cultura della donazione: far capire che donare altro non significa che salvare delle vite
E' per questo che Emanuele Ginori ci riceve nel suo ambulatorio per spiegare il tema della donazione e far passare ancora una volta il messaggio della sua importanza. Una lunga chiacchierata che inizia dallo spiegare la fase più delicata, quella della morte della persona
L'iter quando muore una persona quale è?
Dal momento della diagnosi di morte cerebrale, viene convocata una commissione di tre medici formata da un neurologo, un medico legale e un anestesista. Nelle 6 ore che seguono valutano se ci sono i requisiti e, in caso positivo, proponiamo ai familiari la donazione. Se la morte interviene per arresto cardio-respiratorio possiamo donare solo i tessuti, che sono altrettanto importanti per migliorare la qualità di vita delle persone

Se ha dato in vita il consenso è facile, ma in caso contrario?
Dipende dai familiari. Noi proponiamo la donazione, non facciamo opera di convincimento. Il nostro compito è solo quello di spiegare, proporre, chiedere, usando tatto visto il momento. Cerchiamo di offrire loro gli strumenti di cui necessitano perché siano in grado di fare una scelta cosciente

Se la famiglia dice no?
Rispettiamo la sua volontà

Come funziona la struttura? 

Al vertice c'è il centro nazionale trapianti che coordina i centri regionali ed a loro volta quelli locali come il nostro. Esiste una vera e propria "Rete", dove al suo interno vi fanno parte il settore della donazione e quella dei trapianti

Cosa si intende per tessuti?
Tessuto cutaneo, tessuto osseo. La cute viene usata in caso di ustioni, e sono molte le richieste da parte della Banca regionale del tessuto cutaneo, come anche le ossa sono molto importanti. Prima capitava che, in caso di patologie importanti , l'arto venisse amputato. Ora, invece, grazie a chi dona è possibile evitare questo intervento invasivo. Il tessuto osseo donato spesso viene utilizzato nei gravi traumi ed in tutte le malattie tumorali degli adulti e dei bambini. Per le cornee, infine, c'è poco da dire per capirne l'importanza di dare nuova qualità di vita a tutte le persone che hanno problemi di cecità per malattie della stessa

Con la cultura delle donazioni qui da noi come siamo messi?
Toscana e Piemonte sono all'avanguardia come donazione e soprattutto fra i giovani c'è una buona cultura. Il problema è spesso con le persone anziane, anche perchè molte hanno il convincimento sbagliato che se sono anziani non possono donare

E invece?
Invece possono, eccome. Ovviamente certi organi. Tenendo conto della storia clinica del paziente il cuore fino a 55 anni, i polmoni a 50, il pancreas a 45. Per i tessuti è diverso: le cornee fino a 75, la cute fino a 78, l'osso a 66

E con le persone di altre nazionalità?
La faccenda è un po' più complessa. Alcune etnie presenti nella nostra zona hanno una cultura che è molto diversa dalla nostra riguardo a questi temi. Occorre effettuare un lavoro di informazione e sensibilizzazione insieme all'associazionismo ed ai gruppi rappresentativi di ogni singola etnia

L'età media dei donatori?
E' di 65 anni, ma la cosa si spiega col fatto che i giovani vittime di incidenti vengono spesso portate a Firenze o Pisa e, se purtroppo muoiono, magari donano in quelle aziende sanitarie e di conseguenza non rientrano nei nostri numeri

Se c'è l'ok dei familiari come procedete?
Abbiamo l'obbligo di comunicarlo subito al nazionale, perchè se c'è un'emergenza sul territorio italiano, l'organo può andare ovunque

E' l'organo che si sposta?
Sì. A prelevare l'organo arriva l'equipe di medici che dovrà trapiantarlo perchè, in ultima analisi, l'ok definitivo arriva da loro solo dopo che lo hanno visto in sala operatoria. Nel fattempo, presso il Centro Trapianti, viene preparato il paziente. Il tutto deve svolgersi nel minor tempo possibile e per questo che, se è lontano, provvede l'aeronautica militare

E se un paziente muore a casa?
Qui si apre tutto uno scenario diverso. A casa si possono prelevare solo le cornee

Anche se la persona ha dato l'assenso in vita?
Sì. Fra l'altro le cornee hanno un iter particolare, nel senso che sono ancora regolate dalla normativa antecedente alla legge n.91 del 1999 sulla donazione e sul trapianto. Quindi, se un paziente ha dato l'ok per la donazione, per le cornee serve comunque il sì dei familiari

Con i decessi a casa si perdono molte possibilità di salvare delle vite per la donazione?
Purtroppo sì. Le cornee, ad esempio, possono essere prelevate anche a domicilio, quindi sarebbe utile creare una rete di professionisti che garantiscano la donazione anche fuori dall'ospedale. Per gli altri tessuti, invece, è possibile donare solo all'interno della struttura ospedaliera, in quanto il prelievo deve essere effettuato in una sala operatoria

Le agenzie funebri potrebbero dare una mano in tal senso?
Sì, potremo un giorno proporre anche a loro, attraverso corsi di informazione, affinché venga data la possibilità anche alle persone decedute al di fuori dell'ospedale di donare. In alcune realtà toscane è possibile farlo

Con la donazione del cordone ombelicale è più facile?
Sì, ora sì'. Ma anche per questo c'è voluto un grande lavoro nonostante che il cordone ombelicale venga buttato via. Donandolo, invece, si aiuta chi ha bisogno perchè si possono usare le cellule staminali per la cura di molte malattie del sangue

Per diffondere la cultura del trapianto come vi muovete?
L'anno scorso abbiamo spiegato la cosa a 1180 ragazzi delle scuole, abbiamo anche fatto richiesta alla Regione di due volontari del servizio civile per aiutarci, speriamo che il progetto vada in porto e che possano essere impiegati alla divulgazione del messaggio del dono a tutto tondo

Cosa si potrebbe fare?
Tante cose. Ad esempio c'è un progetto in tre comuni toscani che prevede che si chieda l'assenso alla donazione quando si va a rinnovare la carta di identità, speriamo vivamente che possa esserci data la possibilità di estendere questo progetto anche ai comuni della nostra zona

In questa materia ci sono spesso anche luoghi comuni da sfatare
Purtroppo sì, ad esempio molti pensano che il paziente deceduto venga alterato, ma così non è. Prelevare gli organi è un intervento vero e proprio e dopo c'è la massima cura per restituire il corpo in maniera dignitosa. Una volta il familiare di una donna ci ringraziò per la cura con cui avevamo riconsegnato il proprio congiunto dopo che aveva donato le cornee: tutto questo grazie anche al lavoro dei nostri medici oculisti che curano moltissimo l'aspetto esteriore

Nella nostra Asl ci sono novità in vista?
Sì, il prossimo 1 ottobre assicuriamo la continuità nel servizio che diventa H24 grazie ad un gruppo di 28 infermieri che sono stati formati in questi mesi. Prossimamente partiremo con il progetto di donazione di tessuto osseo da donatore vivente, nelle persone che si sottopongono a protesi totale di anca. Anche in questo caso la testa del femore, che normalmente viene gettata, può essere donata e messa a disposizione di chi ne ha bisogno

Per dichiarare la propria volontà alla donazione?
O ci si iscrive all'Aido oppure si viene in ospedale, ma dalla mia esperienza vedo che la percentuale di persone che viene in ospedale è bassa. Io ne ho raccolte diverse, ma solitamente sono di personale interno. Si è fatto tanto in questa materia, ma cose da fare ce ne sono ancora molte. Donare significa salvare una vita, è questo il messaggio da veicolare alle persone. Come ci insegnano i nostri amici spagnoli....i trapianti, qualsiasi essi siano, si fanno se ci sono i donatori

Marco Mainardi