Marco Megalli e Annalisa Rustici, professionisti dell'edilizia andati in Australia "perché è lontana"

Marco Megalli e Annalisa Rustici

Marco Megalli, 29 anni di Siena e Annalisa Rustici, 30 anni di Staggia Senese, sono sposati da meno di quattro mesi e in Australia da poco più di due. Per questo la loro testimonianza non riporta analisi sulla differenza fra il mondo del lavoro italiano e quello straniero (in questo caso australiano). La loro storia è un'istantanea molto significativa del mercato del lavoro italiano in questo momento, anche per i laureati.

LA SCHEDA DI MARCO

Nome: Marco Megalli

Anni 29

Cresciuto a: Siena

Studi: diplomato al liceo scientifico-tecnologico all'istituto Sarrocchi di Siena (2004), laurea specialistica in ingegneria edile all'università di Firenze (2012).

Residenza e lavoro: vive a Perth in Australia, dove “al momento lavo le macchine”.

Prima esperienza all'estero: quella attuale.

La frase: Qui per la prima volta vengo pagato senza che il mio datore di lavoro me lo faccia sentire una concessione.

LA SCHEDA DI ANNALISA

Nome: Annalisa Rustici

Anni: 30

Cresciuta a: Staggia Senese

Studi: diplomata al liceo scientifico Colle Val D'Elsa (2003), laurea in architettura all'università di Firenze (2011)

Residenza e lavoro: vive in Perth in Australia.

Prima esperienza all'estero: quella attuale.

La frase: Rimanere in Italia significava buttare via il tempo

L'INTERVISTA

La scheda fa capire che, dopo la laurea, Marco Megalli e Annalisa Rustici hanno tentato di entrare in uno dei settori più in crisi dell'industria italiana: l'edilizia. Nonostante questo però ne raccontano delle belle, soprattutto lui.

“Dopo la laurea, nel 2012, ho fatto otto mesi di tirocinio – racconta Marco – che non è retribuito. Tuttavia alla fine d quel periodo le cose non sono cambiate molto; perché venivo pagato 600 euro al mese, a volte anche meno. Lavoravo a Prato e scontavo il fatto che il mio superiore quasi sempre non veniva pagato. Io ero l'ultimo della catena, dunque prendevo le briciole. Dividendo i soldi per le ore lavorate al mese la mia paga era di 2,25 euro l'ora, neanche un rimborso spese. Avevo chiesto 1000 euro per coprire spese e cibo ma mi hanno detto che non ci arrivavano. Posso anche aggiungere che i miei colleghi che si sono laureati con me guadagnano tutti queste cifre, al massimo arrivano a 800/900 euro”.

Annalisa Rustici, racconta una situazione simile. “Forse la mia esperienza professionale è leggermente migliore perché sono entrata nel mondo del lavoro un anno prima – dice -, quando la crisi ancora non era esplosa. Ho trovato subito lavoro e ho sempre lavorato su Siena, anche se sono scivolata da uno studio all'altro via via che fallivano o comunque chiudevano. Ho cambiato tre studi e anche quando abbiamo deciso di venire via stavo collaborando con uno. Il punto è che non c'era prospettiva per il futuro, oltretutto iIl mio stipendio non era molto superiore a quello di Marco: ero a partita IVA e prendevo 1000 euro lordi al mese”.

“Per questo adesso che siamo giovani e abbiamo le energie per investire nella nostra professione abbiamo deciso con convinzione di partire – prosegue Annalisa -. A tornare a Siena e a lavorare in quel modo siamo sempre in tempo! Oltretutto nel nostro settore gli studi italiani che resistono sono quelli grandi e con molto lavoro all'estero, per cui imparare l'inglese bene e aggiungere un'esperienza internazionale al curriculum è fondamentale. Infine ho deciso di partire anche perché delusa dalla situazione generale italiana. Ho visto un decadimento sia politico che culturale”.

Quindi Marco e Annalisa hanno deciso di partire. Il 31 maggio scorso si sono sposati e un mese dopo erano su un volo per l'Australia. Perché avete scelto questo Paese e che impressione vi ha fatto?

“Abbiamo scelto l'Australia perché lontana – dice Marco -. Pensavamo che più lontano saremmo andati e più sarebbe stato difficile farsi venire la tentazione di tornare indietro. Comunque devo ammettere che siamo partiti anche perché avevamo desiderio di fare un'esperienza all'estero. La città ci è piaciuta molto, non somiglia a nessuna città europea, anche se direi che è un po' un misto fra Italia e Inghilterra. È a misura di famiglia e piacevole. Parlando dell'Australia come Paese, ha fatto dell'immigrazione un business perché, rimanere qui può essere molto costoso. Ci sono molte regole e visti, che permettono allo stato australiano di incassare tanti soldi dall'immigrazione. Una cosa che l'Italia non è stata in grado di fare. Il mercato del lavoro, nel nostro settore, è un po' fermo, anche se non certo ai livelli italiani. Adesso Annalisa forse ha trovato qualcosa come architetto”.

Interviene Annalisa: “Siamo contenti, anche se l'Australia non è un Paese semplicissimo. Ci hanno detto che fino a tre anni fa qua trovare lavoro era uno scherzo, adesso col boom dell'immigrazione non è più così facile. Lo Stato, nel nostro settore come in tutti gli altri, obbliga ad assumere prima di tutto gli australiani, dopo tocca a quelli con un visto permanente, un documento difficile da ottenere. Noi per averlo dovremmo far tradurre la nostra laurea, superare un esame di inglese molto difficile e presentare la domanda. Il tutto costa molte migliaia di dollari australiani. Questo sistema è molto selettivo perché se uno chiede un visto permanente significa che è davvero intenzionato a rimanere. Oltretutto un'altra condizione per chiederlo visto è avere un lavoro. Noi in questo senso siamo ancora in una situazione ibrida”.

Entrambi poi si dicono colpiti dalla netta distinzione lavoro/tempo libero della società australiana. “Qui alla cinque si smette di lavorare – racconta Marco -, senza discussioni. Dove lavoro io, se viene un cliente alle 17,05 lo si manda via, mentre in Italia lo serviremmo. Qua si lavora per vivere e non il contrario, come tanti sembrano pensare in Italia. Una cosa non da poco, perché migliora molto la qualità della vita”.

Infine i due sposi hanno anche le idee chiare sul cosa manca loro dell'Italia, anche se l'anno lasciata solo da poche settimane. Entrambi dicono di sentire la mancanza di amici e famiglia, Annalisa aggiunge anche il mare. Perché Perth è sul mare, ma vuoi mettere con la costa toscana?

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