Primo capitolo per i Diari Migranti. La storia di Kumba

Kumba

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Kumba mi accoglie nel salotto della sua casa, in una piccola frazione che dista pochi chilometri dal centro di Pontedera. All'inizio sembra molto riservata e risponde quasi a monosillabi, esattamente come farebbe qualsiasi adolescente a cui si annuncia di voler rivolgere qualche domanda sulla propria vita. Piano piano si scioglie, aprendosi spesso in luminosi sorrisi.

Kumba ha 15 anni e fa la terza media, è nata in Senegal ma vive in Italia da 11 anni e mezzo: “Sono nata a Dakar ma sono cresciuta tra Fornacette e Pontedera, sono poche le cose che mi ricordo della mia vita in Senegal. Sono arrivata qua con la mia mamma che avevo tre anni, siamo venuti a raggiungere babbo che lavorava già in Italia”. Lo chiama babbo e parla con accento toscanissimo. “Quando sono arrivata in Italia ero ancora figlia unica, ora siamo in tre: ho una sorella e un fratello di 9 e 8 anni”.

Anche se a differenza dei fratelli non è nata in Italia, Kumba vi è arrivata quando era molto piccola. Tecnicamente non rappresenta in pieno la condizione che viene definita come 'seconda generazione', costituita dai figli di immigrati nati nel Paese di insediamento della famiglia, ma di fatto lo è in quanto il suo percorso di migrazione non può certo definirsi volontario. Una dimostrazione evidente di quanto il fenomeno migratorio sia difficile da catalogare in definizioni rigide.

Kumba

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Le chiedo quali sono state le difficoltà nei primi anni: “Imparare la lingua non è stato difficile, neanche fare nuove amicizie dato che vivevamo insieme ad altre persone. Proprio davanti a casa nostra c'era una ludoteca, mi bastava attraversare la strada”. Dunque nessuna difficoltà? Lei sorridendo risponde: “Sì, la matematica, io con i numeri...” e scuote la testa. Poi ci pensa un po' e dice che “fare i compiti a casa è stato un po' difficile, con mamma che non parlava ancora bene l'italiano e non poteva aiutarmi, quindi ho dovuto cavarmela da sola”.

Fra poco finirà la scuola, ci saranno gli esami e il temutissimo scritto di matematica, poi a settembre inizierà a frequentare il liceo linguistico: “I miei genitori all'inizio non erano molto d'accordo, avrebbero preferito che mi iscrivessi all'alberghiero, ma poi ho fatto di testa mia!”.

Kumba ama le lingue e vuole viaggiare. “Parlo quattro lingue: l'inglese, il francese, me la cavo con lo spagnolo e il senegalese. E poi c'è l'italiano, quindi sono cinque. Te l'avevo detto che non ero forte in matematica”, e sorride.

“In Senegal sono tornata per un mese nel 2005 per andare a trovare mia nonna, i cugini e tutti gli altri parenti, insomma una vacanza. Ero felice e tutti mi chiedevano come fosse vivere da questa parte del mondo, se le abitudini erano diverse da laggiù. Quello che mi ha colpito è che lì tutto è un po' più arretrato, ad esempio le strade non sono tutte asfaltate come qua. La cosa che mi è piaciuta di più del Senegal è il mare e la natura”.

“Ho amici sia senegalesi che italiani”. Le chiedo se a loro ha mai raccontato la sua storia e quella della sua famiglia: “Di tutta questa storia con loro non si parla mai, sanno che non sono nata qua, ma in fondo è così anche per molti di loro. Ho tanti amici albanesi per esempio, e poi napoletani. Anche loro sono nati altrove e poi sono venuti a trasferisi qua in Toscana”.

Le preoccupazioni per il futuro, così come i sogni, sono comuni a ogni suo coetaneo. Ad esempio la paura di arrivare in una nuova scuola e avere difficoltà a fare nuove amicizie: “Il lato positivo – continua Kumba - è che faremo i viaggi di studio quindi uscirò un po' dal paese e vedrò posti nuovi. Per il futuro forse mi trasferirò, mi piacerebbe andare a vivere a Los Angeles. L'unico paese che mi garba sono gli Stati Uniti perchè ci vive il mio cantante preferito (che è Chris Brown), mi piace la lingua e poi è un bel paese. Se non potessi vivere negli Stati Uniti allora sceglierei il Canada, ad esempio Toronto, o la Francia. Tornare in Senegal mi piacerebbe, partirei anche domani, diciamo per un mese, mentre tornarci a vivere forse un po' più in là”.

A quindici anni parlare della cittadinanza italiana non riscuote ancora grande interesse, sembra riguardare questioni che al momento appaiono lontane. “Mio fratello e mia sorella hanno avuto l'attestato che gli è stato consegnato dal Comune perchè sono nati qua – spiega - non è proprio la cittadinanza ma è un attestato onorario”.

Quando le chiedo delle sue passioni, di come trascorre il tempo libero, Kumba inizialmente sembra un po' intimidita anche se capisco che ha una gran voglia di raccontare: “Durante il tempo libero suono la chitarra e canto. Mi piace la musica R'n'B, faccio video di me che canto che poi metto su you tube”. E proprio sul web è nata la passione di Kumba: “La chitarra non mi ha insegnato nessuno a suonarla, ho imparato da sola guardando video tutorial”. Anche questa volta, come per i compiti a casa, Kumba sembra cavarsela molto bene.
DI.M.MI. Diari Multimediali Migranti è un Concorso regionale per la raccolta e la diffusione di testimonianze autobiografiche dei cittadini stranieri, è un progetto finanziato dalla REGIONE TOSCANA con l’obiettivo di sensibilizzare e coinvolgere i cittadini sui temi della pace, della memoria e del dialogo interculturale, creando inoltre un fondo speciale di diari migranti.

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Altri appuntamenti

Giovedì 22 maggio alle ore 17 nella sala del Consiglio provinciale in Piazza V. Emanuele 14 a Pisa, in occasione del forum provinciale per la pace e la cooperazione si terrà la tavola rotonda dal titolo "Le parole come strumento di conoscenza ed autodeterminazione" sui temi del progetto DiMMi. Vi parteciperanno Julio Monteiro Martins, Alessandro Scarpellini e i partner del progetto.

Sabato 24 maggio alle ore 16:30 si terrà nella biblioteca Giovanni Gronchi di Pontedera, in viale Rinaldo Piaggio 9/F un incontro di promozione del concorso DI.M.MI, con piccolo buffet a conclusione. Sarà possibile anche ricevere ulteriori informazioni sul concorso, così come scrivendo all'indirizzo dimmi@unione.valdera.pi.it

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Chiara Martina

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