Mezza tonnellata di marijuana sequestrata dai carabinieri. Tre arresti. Operazione fra Fucecchio, Cerreto Guidi e Larciano

Un'immagine dell'operazione della Compagnia Carabinieri di Empoli


Da sinistra: Tenente Giovanni Palermo, comandante Nucleo Operativo Radio Mobile; Capitano Giuseppe Pontillo, comandante Compagnia Carabinieri di Empoli; Maresciallo Pierluigi Tozzi comandante Aliquota RadioMobile

Da sinistra: Tenente Giovanni Palermo, comandante Nucleo Operativo Radio Mobile; Capitano Giuseppe Pontillo, comandante Compagnia Carabinieri di Empoli; Maresciallo Pierluigi Tozzi comandante Aliquota RadioMobile

I carabinieri della compagnia di Empoli hanno sequestrato un ingente quantitativo di droga. Un sequestro da record: circa 500 chili di marijuana, fra sostanza già essiccata e centinaia di piante di canapa indiana. Nel corso dell’operazione sono stati arrestati due italiani e una cittadina cinese con l’accusa di detenzione e coltivazione della sostanza stupefacente, aggravati dall'ingente quantità di droga trovata. L’operazione è avvenuta nel territorio al confine tra i Comuni di Larciano, in provincia di Pistoia, Fucecchio e Cerreto Guidi (Firenze).

Scoperto un deposito per lo stoccaggio delle foglie e un grande capannone adibito a vivaio con vari impianti per la coltivazione dello stupefacente. L’indagine è partita seguendo un sospettato, già conosciuto ai militari, intercettato su un furgone a Stabbia. L'uomo ha condotto inconsapevolmente i carabinieri sia al deposito sia al capannone-vivaio. Il comandante della Compagnia Carabinieri di Empoli, capitano Giuseppe Pontillo, ha usato il termine "stupefatti" per definire i colleghi militari che si sono trovati di fronte prima a un furgone 'zipillo' di piante in vaso e poi, una volta fermato il conducente del mezzo, si sono fatti aprire la porta di un capannone che era stato trasformato in un vero e proprio vivaio-coltivazione dove la canapa indiana veniva prodotta. Un opificio in cui dal seme si passava alla pianta con le foglie mature pronte da essiccare.

In effetti, osservando le foto e le immagini fornite dall'Arma, dall’esterno il laboratorio appariva come un normale capannone industriale adibito a deposito o sede di una delle centinaia di fabbriche che popolano la zona industriale di Larciano, ma quando i militari della Compagnia di Empoli, nella notte appena trascorsa,hanno fatto irruzione si sono trovati di fronte ad una attrezzatissima azienda organizzata per la coltivazione di cannabis.

I militari da due settimane stavano indagando sulla presenza di una piantagione di marijuana fra le colline a cavallo di Fucecchio, Cerreto Guidi e Larciano. "In aiuto dei militari - spiega il capitano Pontillo - è venuto il loro fiuto investigativo. Quando parlo di fiuto intendo proprio questo. Percorrendo infatti la via Pistoiese hanno notato un furgone bianco che a velocità sostenuta si avviava verso la provincia di Pistoia. Il pedinamento del mezzo li ha portati ad un capannone isolato nel comune di Larciano dove il conducente ha caricato per lungo tempo del materiale".

I carabinieri si erano appostati nascosti da una siepe, ma non riuscivano a vedere che cosa l'uomo stesse caricando. Dopo qualche minuto l'uomo, seguito perché persona già conosciuta alle forze dell'ordine, è tornato poi in direzione di Fucecchio in un podere della zona di Botteghe da dove, dopo essersi fermato per alcuni minuti, usciva per ripercorrere lo stesso tragitto precedente e ritornare al deposito per un ulteriore carico.

Il forte odore di cannabis proveniente dal furgone ha fatto scattare il blitz: allertati altri militari, hanno fermato il mezzo (poi risultato senza assicurazione) nel comune di Cerreto Guidi. Il furgoncino bianco era stracolmo di piante di cannabis di circa due metri ciascuna tanto che sovrastavano anche il conducente rendendone poco agevole la guida. Nel deposito è stata identificata una donna cinese priva di documenti, che viveva in quella struttura e in pratica era la custode.

Nel capannone sette le stanze adibite a serra dove le piante potevano svilupparsi grazie alla complessa  attrezzatura organizzata al meglio per produrre in quantità industriale piante di canapa. Circa 200 lampade, 1000 litri di fertilizzante, centinaia di vasi di varie dimensioni, decine di ventilatori  e centinaia di metri di tubi di irrigazione garantivano il necessario per poter coltivare e immettere sul mercato migliaia di kg di cannabis.

L’opificio della droga aveva un’organizzata suddivisione delle aree interne tanto da individuare una stanza “nursery” per le piantine appena nate e  delle camere di sviluppo dove le lampade ad alto voltaggio collegate ad un modulatore di intensità riuscivano a fornire la giusta luce ed a sviluppare il necessario calore per le preziose piante , il tutto schermato da un controsoffitto che impediva alla forte luce di essere visibile dall’esterno.

Supera di 500 kg il peso delle piante (già pronte per la successiva fase di essiccazione) rinvenute e sequestrate nell’operazione di questa notte a cui si aggiungono ulteriori 550 piante in fase crescita oltre al materiale per la coltivazione.

Il valore di mercato della droga è di due milioni e mezzo di euro, una stima dice con questo stupefacente si potesse confezionare un milione e mezzo di dosi, di canne - per capirsi.

Il deposito di Botteghe era in realtà un piccolo container custodito da due pit bull, lì c'erano 220 kg di droga.

Una trentina i militari impiegati dalla compagnia empolese, insieme alla stazione di Larciano.

Nel deposito è stato trovato anche pellame rubato, per questo il proprietario è stato anche denunciato per ricettazione.

In manette sono finiti con l’accusa di coltivazione e detenzione di sostanza stupefacente, Marcello My. 59enne pregiudicato domiciliato a Prato , poiché conducente del veicolo che trasportava le piante, Carmelo Puzzella 62enne censurato domiciliato a Fucecchio,  proprietario del fondo dove parte delle piante sono state rinvenute e Qing Hong  cinese 24enne individuata come custode del capannone che dovrà rispondere oltre che di coltivazione anche del reato di furto di energia elettrica poiché il consistente fabbisogno di energia necessario alle lampade era stato soddisfatto attraverso un allaccio abusivo alla rete elettrica.

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